Meno treni passeggeri per fare spazio alle merci sulla linea Acqui-Ovada-Genova a partire dal 24 luglio. Il motivo sono i lavori previsti fino al 10 settembre sulla linea Genova-Milano-Torino, precisamente al Bivio Fegino, a Genova, per il Terzo valico. L’ennesimo disagio per i pendolari della linea è stato reso noto durante l’incontro che si è svolto in videoconferenza tra Trenitalia, Rfi, le due Regioni e i sindaci di vari Comuni liguri e piemontesi, oltre al Comitato Difesa Trasporti Valli Stura e Orba. Lo spostamento dei treni merci sulla già martoriata linea porterà a una pesante riduzione del numero dei treni passeggeri. Questi ultimi, a partire da domenica 14 giugno, dopo il lockdown saliranno a 12 ma dal 24 luglio saranno tagliati a 7 insieme a due bus. Resteranno operativi da Acqui: il bus delle 3,55 e i treni 6053 (ore 6,04), 6055 (ore 7,03), 6057 (ore 7,40), 6059 (ore 9,17), 6061 (ore 11,17), 6073 (ore 18,17), 6075 (ore 20,40). da Genova, invece, i treni 6050 (ore 6,05), 6052 (ore 7,05), 6060 (ore 12,12), 6064 ore 14,12), 6068 (ore 17,13), 6070 (ore 18,12), 6072 (ore 19,12) e il bus Ge002 delle ore 0,20. Non solo. Come ricorda il Comitato Difesa Trasporti Valli Stura e Orba, dal 3 agosto al 31 agosto è previsto un intervento di adeguamento antisismico del ponte ferroviario di Visone con rimozione binario per 70 metri e intervento dall’alto per il consolidamento del ponte, intervento possibile solo con l’interruzione totale nel tratto interessato dall’intervento. Durante i lavori pertanto il treno si attesterà a Prasco e la tratta Prasco – Acqui Terme sarà effettuata con bus sostitutivi.

La stazione di Ovada

Tutto ciò mentre l’autostrada A26, una delle possibili alternative alla ferrovia, è in condizioni difficili per via dei cantieri infiniti aperti da Autostrade per l’Italia (Aspi), che hanno reso percorribile una corsia su tre con continui scambi di carreggiata. Nell’incontro l’assessore ligure Berrino ha comunicato che Aspi si è impegnata a rendere la A26 percorribile con due corsie per ogni senso di marcia entro il 30 giugno. L’altra alternativa, la strada provinciale 456 del Turchino, è interessata in due punti dalle frane: se arriva l’allerta gialla, come in questi giorni, viene chiusa a Gnocchetto di Ovada. “Molte persone – spiegano dal Comitato – cercano di evitare l’autostrada, spostandosi sui treni, ma i treni si riducono a causa dei lavori ferroviari improrogabili. I pendolari con auto, che in condizioni ideali impiegano 45/50 minuti per arrivare a lavoro a Genova, oggi devono partire almeno un’ora prima per cercare di arrivare in orario. La 456 non è adatta a sopportare un traffico pesante di camion che si riversa nei paesi con i relativi disagi. Si chiede nuovamente la collaborazione di tutte le autorità preposte affinché i Tir possano essere deviati su percorsi alternativi al tratto malato della A26, prima dei caselli di Masone e Ovada”. Una situazione a forte rischio di blocco totale, per questo nell’incontro comitato e amministratori locali hanno chiesto di “sacrificare qualche treno merci e inserire qualche treno passeggeri per avere meno “buchi” tra un treno e l’altro e permettere ai pendolari di poter andare e tornare da lavoro in tempi accettabili, anche i turnisti o chi ha orario ridotto. Da metà giugno il cup Liguria riaprirà le prenotazioni per le prestazioni sanitarie, quindi i treni serviranno anche per l’utenza che deve usufruire del servizio sanitario”. Chiesti, tra l’altro, anche nuovi bus