Addio a Lorenzo Bottero, giornalista ed ex sindaco negli anni Ottanta

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E’ morto sabato all’età di 87 anni Lorenzo Bottero, giornalista del quotidiano La Stampa e sindaco emerito di Ovada. Il rosario sarà recitato questa sera lunedì alle 20 nella chiesa parrocchiale dell’Assunta, dove domani martedì alle 10 sarà celebrato il funerale. “Era un sindaco appassionato della sua città – dice l’attuale primo cittadino Paolo Lantero –ha valorizzato il territorio anche attraverso la cronaca giornalistica, sempre con grande modestia”. Era un esempio anche per i sindaci più anziani. “In diversi settori ha dato tutto con assoluta dedizione, anche come presidente del vecchio Ospedale e dirigente dell’associazione ricreativa Enal – ricorda l’ex sindaco Vincenzo Robbiano – per parecchi anni abbiamo collaborato nel partito, Pci poi Ds. Fra tanti episodi che mi legano a Renzo, mi piace ricordare tanti anni fa quando mi parlò con emozione della tesina del figlio Mirco, dedicata al partigiano Davide Laiolo: anche se di carattere era riservato, si capiva il grande attaccamento alla famiglia e il suo interesse per la cultura, l’amore per la verità dei fatti passati e presenti del territorio, che trasferì nell’attività di cronista autodidatta”.

Iscritto all’Ordine dei Giornallisti, elenco dei Pubblicisti dal 19 luglio 1966, tesserino numero 93, Lorenzo Ettore Bottero era diventato giornalista per spirito di servizio. “Nel dopoguerra informare voleva dire ricominciare, ogni giorno, facendo sapere alla popolazione dove e come trovare assistenza per lavorare, sfamare, curare”, mi raccontava Bottero, recandosi in municipio alla camera ardente di Vincenzo Ravera, il sindaco della rinascita dal quale il futuro sindaco aveva imparato fin da ragazzo. Oltre al quotidiano La Stampa, Bottero ha collaborato con varie testate fra cui L’Unità ed i giornali locali. Dal 2017 era direttore responsabile della rivista storica Urbs dell’Accademia Urbense di Ovada, a cui il decano ha donato la raccolta privata ‘Fatti della Benedicta’ con testimonianze ed articoli pubblicati nel dopoguerra, da digitalizzare e tramandare alle generazioni future. Con la stessa generosità Bottero ha donato le sue cronache sportive, partendo dalle foto delle vecchie glorie fino agli ultimi scudetti, ai giovani tamburellisti che hanno avviato il Museo del tamburello a Basaluzzo, al fine di tenere in vita lo sport tradizionale. Era considerato fra i massimi esperti di tamburello a livello nazionale e qualche volta dal 1991 allo sferisterio di Castelferro e successivamente a Cremolino ho avuto anch’io il privilegio di poterlo intervistare.

Pure nell’arte il suo cuore affaticato batteva per Ovada. “Perché – diceva – nessuno come i pittori ovadesi ha saputo dipingere i tetti del centro storico con tanta poesia”. Lo immagino dal lucernario più alto mentre rivolge lo sguardo sempre attento e il sorriso gentile alla moglie Annita, ai figli Lorella e Mirco,  al quale ha trasmesso la stessa passione per lo sport.