Addio al ponte della Maddalena. La storica infrastruttura tra Gavi e Carrosio è stata definitivamente abbattuta dal Cociv dopo che, a fine 2018, era stato inaugurato il nuovo ponte, costato circa 2 milioni di euro e costruito in tre anni dalle imprese Polistrade Costruzioni generali e Maeg Costruzioni, incaricate dal consorzio nell’ambito delle opere viabilistiche del Terzo valico su richiesta della Provincia. In pochi giorni i mezzi del Cociv hanno demolito il ponte, la cui datazione non è sicura. Secondo lo storico Roberto Benso, nella seconda metà del Settecento il ponte sul Lemme “è ricordato nelle testimonianze relative alla “Strada Cambiagia” (cioè più o meno l’attuale via della Bocchetta), ma le indicazioni non consentono di chiarire se sia stato effettivamente costruito o aperto al traffico”. I documenti dell’epoca recitano: “Si dovrà anche fare il ponte sul Lemme presso la Maddalena, e si adunano i materiali …”. “L’unico documento sicuro che ho reperito – conclude Benso – è una mappa ottocentesca, conservata in archivio privato, e relativa a una progettata, e mai realizzata, linea ferroviaria nella valle del Lemme”. Il ponte ha sopportato a innumerevoli piene del Lemme e il traffico di tutta la valle, proveniente e diretto a Genova.

Il ponte della Maddalena prima dell’abbattimento

Per decenni, tra gli anni ‘60 e il 2000, sono passati lì sopra i camion della Cementir carichi di materiale scavato nella cava di Voltaggio. La Provincia ha voluto sostituire il ponte per via delle curve a gomito in ingresso e in uscita. Inizialmente, non era previsto l’abbattimento ma, come ha rivelato la Provincia, la Regione ha evidenziato come la relazione idraulica redatta per il nuovo ponte (costato circa 2 milioni di euro) non abbia tenuto in conto quello vecchio, che a questo punto potrebbe essere un ostacolo in caso di piene del Lemme. Luigi Francesco Traverso, consigliere di opposizione a Carrosio, commenta: “Dopo oltre tre secoli di vita il Ponte della Maddalena, conosciuto dai più vecchi come “ei punte di sbirabisci” è stato barbaramente ucciso. Ha resistito brillantemente ed audacemente alle piene del Lemme, cosa che non hanno fatto altri ponti spazzati via in precedenti alluvioni. Ha visto passare viandanti, carrozze, mezzi militari, ogni tipo di automezzo, anche dei più pesanti ed ha fatto sempre egregiamente il suo dovere, con manutenzioni ridotte al minimo. L’hanno percorso Girardengo, Coppi, Carrea e chissà quanti altri ciclisti.

Il nuovo ponte della Maddalena

Lui è sempre rimasto a svolgere egregiamente il proprio lavoro, anche dopo che era stato violentemente deturpato con la demolizione dei suoi parapetti in mattoni rossi con i quattro balconcini di protezione per i viandanti. Non ha mai dato segni di cedimento. Non ha fatto la fine del ponte Morandi. E’ stato abbattuto, per il gusto di abbatterlo, una sorta di eutanasia non voluta, un “ponticidio”. Questa assurda violenza nei confronti di un “MONUMENTO” non è per mè giustificata né giustificabile, è solamente un affronto, gratuito, alla memoria ed alla storia….Giuro che avrei visto più volentieri demolire il ponte nuovo costruito nelle vicinanze in posizione assurda, con ben tre curve per poterlo imboccare, che ha lo sbocco direttamente in casa di una famiglia, con le luci troppo basse rispetto al piano di scorrimento del Lemme, per poter permettere alle piene del torrente di defluire con sicurezza”.