Con sei mesi di ritardo, la Regione annuncia lo sblocco delle domande in sospeso per gli agriturismi ricompresi nel “Bonus Piemonte”. Il mese scorso l’associazione agricola Cia aveva denunciato l’incredibile ritardo: molti dei suoi associati, nonostante le domande inoltrate, non avevano visto un euro di quei soldi che dovevano servire a sostenere i fabbisogni di liquidità relativi all’adeguamento delle strutture alle norme di sicurezza sanitaria e di distanziamento sociale. Fondi che l’amministrazione regionale di centrodestra aveva annunciato come sicuri per moltissime categorie, alberghiere e extra alberghiere. Doveva bastare un click, per ricevere i 2.500 euro per gli agriturismi con attività di ristorazione e di 1300 euro per le strutture ricettive. Invece tutto è rimasto fermo. La scorsa settimana, la giunta regionale ha approvato la delibera che sblocca i fondi.

Palazzo Lascaris, sede della Regione

L’accesso è legato al vincolo di non aver già ricevuto il “Bonus Turismo” e di avere il codice Ateco 56.10.12 “non primario”. «Il settore agrituristico – ha sottolineato l’assessore Vittoria Poggio – è strategico per la politica di valorizzazione dei territori. Questo ambito, purtroppo sta pagando un prezzo altissimo a causa delle limitazioni imposte alla circolazione delle persone previste dalla legge nazionale. Per questa ragione – ha aggiunto l’assessore – ci siamo fatti carico di sostenere economicamente queste imprese, che sono una risorsa importante all’interno dell’economia regionale, e nello stesso tempo sono una fucina di idee attraverso le quali si declinano nuove forme di turismo più a contatto con la natura e con la cultura dei nostri territori”. Dall’assessore, però, non una parola sui motivi del ritardo.