Il sito è stato bonificato (la certificazione è del 2014) e acquistato dal Comune, che ha approvato un piano di riqualificazione dell’area con la suddivisione in lotti edificabili, oltre alla bonifica delle coperture contenenti amianto, la demolizione dei vecchi fabbricati e la nuova viabilità.
Ora l’enorme fabbricato sta andando giù pezzo dopo pezzo, sotto le benne degli escavatori della Demolscavi di Carasco (Genova), alla quale sono stati affidati i lavori per circa 85 mila euro, di cui 15 mila da recuero dei materiali in ferro a parziale compenso del lavoro svolto.
Terminata la demolizione, ad aprile sarà firmato l’atto di vendita dell’area alla Omp Tectubi di Piacenza, che ha offerto 590 mila euro per tutti i lotti tranne quello della palazzina ex uffici che rimarrà comunale.
Tutte le opere sono finanziate con i proventi della vendita.
«Abbiamo risolto una situazione critica che si trascinava da diversi decenni con problemi ambientali ed economici – dice il sindaco Flaviano Gnudi -, recuperando l’area ai fini produttivi, pur dovendo demolire una parte della storia industriale carbonarese non più riutilizzabile».