La provincia di Alessandria è una delle zone dove si soffre maggiormente il surriscaldamento climatico di questi ultimi anni causato dall’inquinamento atmosferico. In sostanza, ci stiamo tropicalizzando per colpa nostra. Il dato è stato reso noto da Luca Mercalli, il famoso climatologo ospite ieri sera, a Ovada, dell’iniziativa “Cambiamenti Climatici: passato e futuro”, promossa dalla Banca del tempo “l’idea” con il contributo del Comune. Lo scienziato ha presentato una relazione dal titolo “Crisi climatica ed ambientale: troppo importante per ignorarla” al pubblico del teatro Splendor dopo aver incontrato, in mattinata, gli alunni del liceo Pascal. Una lezione su come l’uomo sta distruggendo il proprio pianeta nonostante i rimedi esistano e siano oggetto di accordi a livello internazionale, finora in buona parte disattesi anche perché quasi del tutto sconosciuti ai cittadini.

Luca Mercalli al teatro Splendor di Ovada

“Dalle fine del ‘700 – ha spiegato Mercalli in un teatro pieno di gente -, quando si è cominciato a utilizzare il carbone per far funzionare la prima macchina a vapore, la quantità di anidride carbonica (Co2) nell’aria è cresciuta dando così avvio all’effetto serra e quindi all’aumento della temperatura. La prima misurazione di Co2 risale al 1958, alle Hawai: 310 parti per milione. Oggi siamo a 410, quando per 800 mila anni si era intorno a 180, come dimostrano le rilevazioni effettuate nei ghiacci dell’Antartide. Negli ultimi due secoli c’è stata un’impennata poiché l’uomo ha cambiato la composizione chimica dell’atmosfera”. Quali sono gli effetti? La temperatura, ha ricordato Mercalli, dal 1850 a oggi è salita di 1,5 gradi, in particolare negli ultimi trent’anni e aumenterà ancora se non fermiamo l’uso dei combustibili fossi che liberano Co2. Il 2003 è stato l’anno più caldo della storia, seguito dal 2017. “In un secolo – ha proseguito lo scienziato torinese – abbiamo perso la metà dei ghiacciai alpini e la neve a Torino si è dimezzata, passando da 50 a 19 cm in media”.

Mercalli ha dialogato molto con il pubblico

Il caldo eccessivo uccide, seppure in silenzio: nel 2003 in Europa ci sono stati 70 mila morti per questo motivo ma i mass media sottovalutano questi dati. La Pianura Padana sta diventando come l’India: 38-40° e umidità al 50% e il territorio alessandrino è toccato in primis da questa situazione, con siccità prolungate e precipitazioni intense e improvvise, le cosiddette bombe d’acqua e la diffusione della zanzara tigre, insetto tropicale con annesse malattie. I rimedi, per evitare di far crescere ancora le temperature, ci sono: “Stop al consumo di suolo, visto che dalla terra ricaviamo cibo, tra l’altro; riqualificazione energetica delle case per non sprecare calore ed energia; installare solare, fotovoltaico e pompe di calore; consumare prodotti agricoli locali, produrre meno rifiuti”.