Cascina Pizzo, uno degli edifici del Parco della pace della Benedicta, a Bosio, e la biblioteca comunale del paese della Val Lemme saranno la sede operativa del “Centro alti studi Fabio Maniscalco per la documentazione e la formazione sulla Pbc”, attivo dal 1998 nella biblioteca civica, archivio Storico e Museo di Moncalvo, in Provincia di Asti. Fabio Maniscalco era uno studioso e docente universitario, già addetto stampa della Brigata Garibaldi a Sarajevo negli anni del conflitto dell’ex-Jugoslavia, scomparso nel 2008 a causa di una forma rara e anomala di tumore del pancreas causata dall’esposizione a metalli pesanti e uranio impoverito, cui si era esposto per fotografare e documentare i danni ai monumenti della Bosnia. Nel 2007, già malato, era anche stato candidato al Premio Nobel per la Pace. Tre anni fa i Comuni di Moncalvo, Rosignano Monferrato, Ponzano Monferrato e Grazzano Badoglio hanno formalmente riconosciuto il “Centro alti studi Fabio Maniscalco”, dedicato alla salvaguardia, sicurezza, conservazione e protezione, informazione e sensibilizzazione sui beni culturali materiali ed immateriali. Il centro è il riferimento ufficiale, a livello nazionale, dello Scudo Blu Internazionale, una sorta di Croce rossa dedicati ai beni culturali, alle biblioteche e agli archivi, che opera presso l’Unesco.

Cosa c’entrano Bosio e la Benedicta con le attività del centro dedicato a Maniscalco? Nella delibera con la quale il Comune di Bosio ha deciso di sostenere questa istituzione, le motivazioni vengono indicate nella presenza, nel sacrario della Benedicta, del Centro di documentazione, “che ospita attività e manifestazioni presso i ruderi del sito medioevale benedettino”, recita la delibera, quando in realtà l’edificio è ancora da terminare e i lavori sono fermi da anni. Inoltre, l’interesse di Bosio starebbe nel fatto che i siti storici benedettini, come era appunto la Benedicta, “sono oggetto dal 2017 di una candidatura come Patrimonio dell’Umanità Unesco, insieme alla Sacra di San Michele e l’Abbazia di Montecassino”. Bosio, sempre secondo la delibera, inoltre è interessato al tema della distruzione dei monumenti in guerra, essendo stato coinvolto dai tragici fatti della Benedicta del 1944. In sostanza, Cascina Pizzo, anch’essa definita un “centro di documentazione” del Parco della Pace, sarà sede operativa del Centro dedicato a Maniscalco, mentre il centro di documentazione, una volta conclusi i lavori potrà ospitare le attività del centro studi astigiano. La biblioteca di Bosio potrà “accogliere eventuali volumi e documentazione informativa sull’Unesco e sul patrimonio mondiale”. Intanto, i vertici regionali di Legambiente hanno visitato il cantiere del centro di documentazione. L’associazione e, in particolare il circolo Val Lemme, vogliono chiarire se la spesa finora sostenuta (810 mila euro) e quella ulteriore (750 mila) siano congrue rispetto ai lavori eseguiti. L’associazione per mesi ha richiesto il progetto al Comune di Bosio, consegnato solo dopo un esposto al prefetto. Ora la documentazione è al vaglio dei tecnici regionali del sodalizio ambientalista.