La sede unica è motivata dalla necessità di razionalizzare le risorse”. Così il presidente delle Aree protette dell’Appennino Piemontese, Dino Bianchi, replica all’amministrazione comunale di Carrega Ligure, che ieri ha chiesto di fermare le procedure per le nuove assunzioni da parte dell’ente regionale poiché per il Parco dell’Alta Val Borbera non è prevista né una sede né personale fisso a Carrega. Secondo il sindaco Marco Guerrini, la nuova area protetta è a rischio in queste condizioni e ha chiesto che sia la nuova amministrazione delle Aree protette a decidere cosa fare. Quindi, no alla sede unica a Bosio. “La previsione di legge – dice Bianchi – di far gestire tutte le aree naturali protette e i siti della rete Natura 2000 della bassa provincia di Alessandria da un unico soggetto denominato “Ente di gestione delle Aree protette dell’Appennino piemontese” nasce proprio dall’esigenza di dare concreta e puntuale attuazione ai principi di “efficienza, efficacia ed economicità”, alla luce della perdurante carenza di risorse finanziarie da destinarsi alla ordinaria gestione. L’ente di gestione infatti, come noto, è ente strumentale della Regione e come tale riceve dall’amministrazione regionale i principali fondi e trasferimenti economici per far fronte alle spese del personale e per la gestione ordinaria, trasferimenti che nell’ultimo anno sono diminuiti per il nostro ente di più del 25% rispetto al 2018, a fronte della riduzione dello stanziamento di bilancio regionale”.

Il municipio di Carrega Ligure

Per questo le Aree protette dell’Appennino piemontese hanno deciso di “prevedere dei percorsi per razionalizzare i costi di gestione, oltre a contribuire alla sostenibilità del Sistema delle Aree protette piemontesi”. Un esempio è proprio la sede unica per tutti i dipendenti nell’ex asilo di Bosio, “Comune geograficamente centrale rispetto al nuovo assetto territoriale previsto dalla legge regionale, che va appunto dall’Alta Val Borbera alle Langhe di Spigno Monferrato, con la previsione di chiusura di tutti gli uffici ubicati presso le due attuali sedi, una sempre a Bosio (con destinazione futura ad archivio e magazzino dell’ente, quindi senza oneri di gestione) e una a Lerma (da destinarsi, con fondi extra regionali, a futuro Centro visite – Museo dell’oro, anche in questo caso non gravante sulle casse regionali)”. Solo i guardiaparco, sostiene Bianchi, “in quanto personale di vigilanza, potranno muoversi effettivamente con frequenza giornaliera sul territorio gestito, usufruendo di sedi decentrate presso le quali prendere servizio (senza quindi computare eventuali trasferimenti ai fini dell’orario di lavoro), da individuare in collaborazione con i Comuni interessati, in modo da evitare inutili dispendi di risorse e tempo-lavoro”. Secondo il presidente, in scadenza di mandato dopo oltre tre anni, “la decisione del Comune di Carrega Ligure di disponibile dei locali, va già nell’auspicabile direzione di allestire lì un ufficio dedicato principalmente per le attività di vigilanza.

Dino Bianchi, a destra, con l’ex presidente della Regione, SErgio Chiamparino, e il sindaco di Carrega, Marco Guerrini (a sinistra)

Il resto del personale, sia per questioni di contenimento dei costi che per indubbia maggiore produttività e ottimizzazione del lavoro, grazie anche alla possibilità di lavorare attraverso gli strumenti informatici, verrà ospitato in una nuova sede unica, i cui lavori di adeguamento e ammodernamento sono prossimi alla conclusione”. L’amministrazione di Carrega pensa invece a una sede vera e propria nel suo municipio, con personale amministrativo e dedicato alla vigilanza e ha già avviato i lavori. Le Aree protette dell’Appennino Piemontese hanno invece speso quasi tutti i 55 mila euro previsti per l’ex asilo. Sullo stop ai bandi di assunzione dei cinque nuovi dipendenti richiesto da Guerrini, Bianchi ricorda infine: “Pare del tutto immotivata e intempestiva la richiesta di “congelare, senza ulteriore indugio” le procedure di assunzione in quanto a oggi i bandi non sono in essere e le relative procedure istruttorie sono in itinere. Il loro effettivo svolgimento avrà luogo pertanto dopo il rinnovo degli organi dell’ente, ormai prossimo. Spetterà a questo punto alla nuova Amministrazione farsi carico delle gravose responsabilità gestionali che non possono prescindere dalla reale possibilità di risorse finanziarie e dai principi di economicità a cui tutta la pubblica amministrazione italiana, di cui questo ente fa parte, deve concorrere”.