I timori sulla correttezza sostanziale delle procedure sull’amianto del Terzo valico, sollevati dall’assessore all’Ambiente di Alessandria, Claudio Lombardi, sono stati confermati ieri pomeriggio dal direttore regionale dell’Arpa, Angelo Robotto, ad Alessandria, durante l’incontro voluto dal commissario straordinario della Grande Opera, Iolanda Romano, nell’istituito Nervi-Fermi, in una sala dove erano presenti quasi esclusivamente sindaci e addetti ai lavori. Pochissimi i cittadini.

Il tema era appunto la “Gestione del rischio amianto – La parola ai tecnici” e sono stati proprio i tecnici a far sorgere altri dubbi sulla tutela della salute della popolazione nella realizzazione della linea ferroviaria tra Genova e Tortona. L’intento dell’appuntamento doveva essere di ben altro tenore ma le parole di Robotto sono state chiare: il Cociv, per verificare la presenza di amianto nelle rocce scavate nell’Appennino, continua a impiegare il metodo che, secondo i tecnici dell’Arpa, ha margini di errore che possono arrivare al 98% e non applica invece il metodo stabilito nel 2015 dal ministero dell’Ambiente e proposto proprio dall’Arpa per avere maggiori garanzie, denominato “Amianto totale” proprio perché ricerca la fibra killer in tutto il campione di roccia e non solo in una minima parte.

Io stesso – ha spiegato Robotto – nel 2015 ho firmato la lettera con la quale si diceva che il metodo previsto dalla legge 161 del 2012 non era efficace”. Il ministero recepì la richiesta con una determina del settembre 2015 che imponeva le nuove regole al Cociv, addirittura ribadite nel marzo dello scorso anno ma, non si sa come, il consorzio decapitato dalle inchiesta giudiziarie nell’autunno scorso, continua a fare come meglio ritiene, poiché il nuovo metodo metterebbe probabilmente a rischio la fattibilità dell’opera e i suoi costi. “Non abbiamo mai denunciato il Cociv – ha detto ancora Robotto – poiché sta applicando la normativa vigente del 2012 e la legge in vigore è questa”. A margine della serata, il dirigente ha spiegato che “confida nell’abilità del commissario nel cercare di far condividere al Cociv la nuova modalità di campionamento dell’amianto”.

Claudio Lombardi, assessore del Comune di Alessandria
Claudio Lombardi, assessore del Comune di Alessandria

Non si comprende, in realtà, perché la prescrizione ministeriale, del tutto vincolante, non sia stata fatta applicare immediatamente nei confronti del consorzio, non essendo l’atto né sospeso né, finora, annullato dal Tar del Lazio, al quale si è rivolto il Cociv stesso. Il tribunale, come è noto, continua a non discutere il ricorso contro un atto a tutela della salute della popolazione, difeso dal ministero, dalla Regione e da quattro comuni (Alessandria, Tortona, Arquata e Pozzolo). Nessuno dei sindaci presenti all’incontro di Alessandria ha chiesto nell’immediato spiegazioni sulla vicenda. Lombardi, al termine, ha detto: “I miei timori sul rischio amianto sono del tutto confermati”.

Prima di Robotto gli interventi dei tecnici hanno assicurato che finora, per quanto riguarda la dispersione di fibre di amianto nell’aria, non è mai stato superato il limite di legge di una fibra per litro, né nei cantieri né nei siti di deposito dello smarino. Uno dei problemi emersi, non considerato tale da nessuno dei relatori, è il fatto che sia il Cociv a effettuare i controlli sulle rocce scavate essendo presente sul fronte di scavo un geologo al suo servizio. Le analisi sono contro-verificate dall’Arpa ma su campioni preparati dal personale del consorzio stesso. Discorso diverso per i controlli effettuati direttamente dall’Arpa sullo smarino. Massimo D’Angelo, direttore Centro Sanitario Regionale Amianto, ha sostenuto che per contrarre il mesotelioma serve un’esposizione continua all’amianto: “Non è corretto dire che basta respirare una fibra per morire”, come invece sostengono fior di medici.

Terzo Valico: i lavori del tunnel di Castagnola
Il tunnel di Castagnola: continue le interruzioni a causa dell’amianto

A Castagnola, cantiere del Terzo valico nel territorio di Fraconalto, fermo da settimane per il ritrovamento di amianto sul fronte di scavo, il Cociv punta a utilizzare la dinamite per riprendere l’attività per via della durezza delle rocce. Lo ha rivelato Marina Ruvolo, dirigente del Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambiente di Lavoro (Spresal) dell’Asl, durante l’incontro alessandrino: “C’è solo una proposta da parte del Cociv, che stiamo valutando”. La risposta è arrivata in seguito a una domanda arrivata da un sindacalista e ha in sostanza espresso la preoccupazione dei lavoratori di quel cantiere proprio per la presenza conclamata di amianto. “Ci sono perplessità – ha spiegato la dirigente Asl – da parte dell’Arpa e del Polo amianto per il timore di dispersione di fibre al di fuori del cantiere per via delle esplosioni”.