L'asilo nido di Arquata Scrivia

Le cifre di cui si parla sono di notevole entità, fino a 1.200 euro, e stanno allarmando decine di famiglie, non solo di Arquata Scrivia. L’amministrazione comunale nei giorni scorsi ha infatti inviato circa quaranta lettere raccomandate con le quali chiede ai genitori dei bambini iscritti negli anni scorsi all’asilo nido di pagare, entro il 28 febbraio, quando era finito, invece che nelle casse del municipio, nelle tasche della ex direttrice, Teresa Gandolfo, secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri partite lo scorso anno in seguito alla denuncia presentata dal sindaco Alberto Basso. L’anno scolastico al quale si riferisce la lettera è il 2016-2017. Come è ormai noto, con la gestione da parte della donna nell’asilo veniva iscritta una serie di bambini oltre il numero consentito e le rette non venivano versate al Comune ma restavano, secondo l’accusa, nella disponibilità dell’allora direttrice, generando un ammanco enorme per le casse comunali, tanto che si parla di centinaia di migliaia di euro, seppure ancora da quantificare precisamente. Da qui l’indagine per peculato e truffa. Oltre alla magistratura ordinaria, alla vicenda si interessa anche la Corte dei conti di Torino, alla quale il Comune aveva chiesto come comportarsi dal punto di vista contabile. I giudici hanno così imposto all’amministrazione comunale di chiedere direttamente alle famiglie dei bambini finiti nella “gestione parallela” del nido i soldi che non sono mai arrivati in municipio.

Il municipio di Arquata Scrivia
Il municipio di Arquata Scrivia

“Siamo stati obbligati dalla Corte a compiere questo passo – dice il sindaco Basso – anche se da sempre abbiamo manifestato la nostra intenzione di rivalerci sulla Gandolfo anziché sulle famiglie. Intendiamo ovviamente chiarire con i diretti interessati, ai quali abbiamo chiesto un incontro”. I bambini in questione erano comunque stati iscritti in buona fede all’anno scolastico in corso poiché i genitori si erano fidati della Gandolfo. Tesi che potrebbe essere valida anche per evitare il pagamento delle somme ma tutto dovrà ovviamente essere valutato dai legali ai quali si stanno rivolgendo le famiglie. “E’ nostra intenzione – spiega ancora Basso – costituirci parte civile nel processo nel caso la Gandolfo venga rinviata a giudizio, per chiedere indietro tutti i soldi”. Sulla vicenda il consigliere comunale Diego Sabbi (gruppo Arquata bene comune) ha presentato un’interpellanza urgente al sindaco, con la quale chiede a quanto ammonti l’ammanco, come sia stato calcolato e se il Comune non ritenga le famiglie parte lesa e non cittadini morosi in questa vicenda. “Chiediamo – ha scritto Sabbi su Facebook – un incontro pubblico dove il sindaco spieghi come intende valorizzare il personale dell’asilo nido rimasto in servizio, l’entità dell’ammanco e le soluzioni per risolvere il problema senza penalizzare i genitori dei bambini, quanto l’amministrazione creda nel nido ed intenda tutelarlo”.