Nessuna discussione in Consiglio provinciale dove le posizioni favorevoli a proseguire i lavori del centro di documentazione della Benedicta sono state unanimi, senza dare ascolto alle richieste dei sindaci e degli enti locali. Maggioranza e opposizione (dove siede il sindaco di Novi, Rocchino Muliere, promotore nel 2006 della legge regionale che ha avviato l’intervento) hanno votato a favore della convenzione con Regione, Aree protette dell’Appennino Piemontese, Unione montana Dal Tobbio al Colma, Comune di Bosio e Sistema bibliotecario novese sul finanziamento del secondo lotto (750 mila euro in aggiunta agli 810 mila già spesi) e sulla gestione della struttura. Proprio su questo punto venerdì scorso il Parco ha deciso di non votare per l’ennesima volta il documento e così farà anche l’Unione montana.

Gianfranco Baldi

“Oggi mettiamo un tassello importante – ha ieri detto il presidente della Provincia Gianfranco Baldi – in una vicenda che ha già visto troppe polemiche. Abbiamo trovato i fondi e i lavori potranno così ripartire al più presto per concludersi nel 2019. Ora è importante terminare l’edificio, dopodiché si penserà alla gestione, da valutare con gli enti locali”. Franco Ravera, presidente dell’Unione montana, erede della Comunità montana nella gestione del sacrario, spiega: “Deve essere messo nero su bianco chi darà i soldi per la gestione e quanto. A oggi ci sono solo i 6 mila euro annui che l’Unione Montana ricava dagli affitti delle cascine regionali. Decisamente troppo pochi. Noi approveremo solo se saranno soddisfatte le condizioni proposte”. Per ora si attendono l’ok della Regione e il voto del Consiglio comunale di Bosio.