Sarà concluso, forse, nel 2019 il cantiere del centro di documentazione della Benedicta, nel territorio di Bosio, ma resta un grosso punto interrogativo sulla futura gestione di questa struttura che, a questo punto, costerà alla collettività più del previsto, 1,5 milioni di euro. Il nuovo termine dei lavori è emerso dalla riunione che si è svolta nei giorni scorsi ad Alessandria tra Regione e Provincia. Entrambi gli enti, come ha fatto sapere il consigliere regionale Walter Ottria (Mdp) con un post su Facebook, hanno stanziato dei fondi necessari a coprire la spesa per il secondo lotto: “La Regione due blocchi di finanziamento da 250mila euro, la Provincia altri 250 mila per completare l’opera”. Altri 750 mila euro, quindi, che si aggiungono alla stessa cifra già spesa per il primo lotto, partito nel 2011 con l’assegnazione dell’appalto all’impresa Csg di Genova, poi cacciata dalla Provincia poiché inadempiente e quindi fallita. Il cantiere è quindi ripartito ma si è poi fermato nuovamente. Lo “scempio”, come è stato definito, ancora oggi giace incompleto accanto ai ruderi della Benedicta e da anni, a ogni commemorazione dei partigiani uccisi nella Pasqua del 1944, raccoglie commenti ovviamente negativi. Gli ultimi sono arrivati lo scorso aprile. Dal palco della cerimonia era stato assicurato un riavvio in tempi brevi del cantiere ma così non è stato.

Benedicta

“Con i 750 mila euro complessivi – spiega Gianfranco Baldi, presidente della Provincia – andiamo oltre la somma necessaria per secondo lotto del cantiere (670 mila euro ndr) e si potranno terminare anche i lavori riferiti alle connessioni a internet. La Provincia stanzierà la somma nel bilancio che sarà approvato il 30 ottobre, la Regione farà altrettanto nel 2018. Tenendo conto dei tempi dell’assegnazione dell’appalto, il cantiere riaprirà nell’estate del prossimo anno e si dovrebbe concludere nel 2019”. Resta poi da affrontare il tema della gestione della struttura. “La questione – dice ancora Baldi – è stata al momento stralciata. Per adesso era importante fare in modo di finanziare il secondo lotto e far ripartire il cantiere prima possibile. La gestione, per la quale serviranno altri fondi dalla Regione, dovrà essere assegnata non dalla Provincia ma dagli altri enti locali”, come il Parco e l’Unione montana. Il centro di documentazione sarà utilizzato per accogliere soprattutto le scuole nel luogo della memoria per eccellenza della nostra provincia. Al suo interno, uno spazio espositivo, una sala riunioni, un ufficio con archivio e zona servizi, una reception e una sala conferenze, con 95 posti.