Il bando di gara doveva essere pubblicato a gennaio e in Regione sono state presentate tre interrogazioni da un esponente della maggioranza sulla situazione del cantiere che attendono una risposta (tranne una). Il centro di documentazione della Benedicta, a Capanne di Marcarolo (Bosio), continua a far discutere tra ritardi e dubbi sulla sua destinazione futura a fronte di costi da più parti considerati eccessivi. A fine 2018 il presidente della Provincia, Gianfranco Baldi, aveva annunciato che il bando di gara per affidare i lavori del secondo lotto sarebbe stato pubblicato a gennaio. Baldi si era pronunciato a fronte dei primi 250 mila euro assegnati dalla Regione per il secondo lotto da 750 mila euro. Gli altri soldi, 500 mila euro, devono arrivare sempre da Torino e poi dalla Provincia. Con il primo stanziamento regionale, secondo Baldi, potrà partire la gara d’appalto, ma c’è però un ulteriore ritardo di due mesi. A Torino, intanto, il consigliere regionale Daniele Valle (Pd) a gennaio ha depositato tre interrogazioni sulla situazione del cantiere della Benedicta, già costato per il primo lotto 810 mila euro. L’esponente democratico ha rilevato, tra l’altro, che ci sono voluto sei anni per avere, nel 2016, il certificato di collaudo tecnico amministrativo dell’edificio, poi integrato da un altro documento nel 2017. Valle ha chiesto alla giunta Chiamparino chi abbia portato avanti il collaudo, chi era il direttore dei lavori e quale sia stato il suo compenso. In un altro quesito, il consigliere regionale ha sottolineato come il manufatto costruito vicino ai ruderi della Benedicta, “a fronte di una spesa di 1.875 euro al metro quadro, sia in condizioni precarie e siano presenti numerose modifiche in corso d’opera che hanno completamente snaturato il progetto iniziale”.

Piove dentro il cantiere del centro di documentazione (immagine di repertorio)

Inoltre, “la struttura di copertura prevista in lastre poggianti su travature di calcestruzzo è stata sostituita da una struttura in acciaio” e “il progetto prevedeva il riutilizzo delle antiche pietre dell’antico monastero della Benedicta”. Con la somma prevista per il secondo lotto, ha rilevato anche Valle, “la spesa a metro quadro passerà a 3.750 euro a metro quadro”. Il consigliere regionale ha quindi chiesto chiarimenti sulla presenza di infiltrazioni di acqua dal tetto e che fine abbiano fatto le pietre citate nell’interrogazione. Valle ha ottenuto una risposta, parziale, dalla Regione, a oggi, solo sul quesito relativo alla spesa per le apparecchiature audio visive e i collegamenti multimediali, pari a 112 mila euro, e su chi gestirà la costosa struttura. L’assessore Antonella Parigi ha spiegato che la gestione sarà affidata all’associazione Memoria della Benedicta ma che la risposta puntuale relativa all’arredo, alla custodia e all’apertura al pubblico arriverà dalla convenzione tra Memoria della Benedicta, Unione montana dal Tobbio al Colma e Sistema bibliotecario di Novi Ligure, in fase di redazione. “L’allestimento tecnologico – ha scritto l’assessore – sarà a basso costo e soprattutto audiovisivo”. Per Regione e Provincia sembra però tutto a posto. Giovedì scorso, ad Alessandria, durante la presentazione del programma per la commemorazione dell’eccidio della Benedicta, Daniele Borioli, presidente della Memoria della Benedicta, ha affermato: “Oggi ci sono le risorse dalla Regione e dalla Provincia per finire l’edificio. Fra poche settimane si provvederà all’appalto, poi il via ai lavori per finire il cantiere all’inizio del 2020, in occasione del 75 anni della Liberazione”. Il centro di documentazione, ha assicurato Massimo Carcione della Regione, “metterà a disposizione solo documenti e materiali digitali”.