La Seva valuta un nuovo sito per l’impianto eolico in programma sul monte Poggio, a Fraconalto.

Da quasi cinque anni la società di Milano sta tentando di ottenere l’ok a installare 7 torri eoliche alte 130 metri non lontano dal passo della Bocchetta. Una zona paesaggisticamente unica, non lontana dal sito di importanza comunitaria Capanne di Marcarolo, gestito dal Parco dell’Appennino, sulla quale incombe un progetto (l’unico in provincia, al momento) potenzialmente dannoso per l’ambiente essendo previsto proprio sulla rotta migratoria dei volatili dal Mar Ligure al Nord Europa, dalla presenza di rapaci come il biancone e da specie protette dalla normativa europea, come i pipistrelli.

Se non fosse stato per il parere negativo del Parco dell’Appennino, motivato proprio dai rischi per l’ambiente, le torri probabilmente sarebbero già state costruite visto che i sindaci dei comuni dell’area protetta (Voltaggio, Bosio, Casaleggio, Tagliolo, Lerma, Mornese), oltre a Fraconalto, stanno spingendo a più non posso in tal senso in nome del presunto “sviluppo del territorio”, non tenendo conto del parere dei tecnici del Parco. La Seva, da parte sua, fa altrettanto, essendo arrivata lo scorso autunno a proporre circa 60 mila euro ai comuni sotto forma di percentuali sui ricavi della vendita dell’energia elettrica prodotta dalle pale, che godrà degli incentivi statali. Fraconalto, da parte sua, ha da anni dato l’ok in cambio delle telecamere della videosorveglianza e di un parcheggio.

L’iter è stato nuovamente sospeso a novembre, per sei mesi, per consentire alla Seva di produrre altri dati dopo che l’ulteriore studio sulle rotta migratoria che doveva confutare i rischi descritti dal Parco non è stato affatto esaustivo. La Provincia ha infatti concesso altro tempo alla società milanese per valutare, tra l’altro, anche la possibilità di trovare un altro sito nella zona, come ha da sempre richiesto il Parco stesso, in modo da evitare la rotta migratoria. Ipotesi già avanzata anche dalla Regione lo scorso anno. La Provincia ha per altro già annunciato che, nel caso sia utile, a maggio concederà un’ulteriore proroga alla Seva. “Il fatto che finalmente si valuti un sito alternativo – commenta Legambiente – è una notizia positiva per evitare danni alla rotta migratoria. Siamo favorevoli alle energie alternative purché non creino impatti devastanti per il territorio”.