L’obiettivo è portare in Consiglio regionale il disegno di legge il 19 maggio ma le opposizioni promettono battaglia. Potrebbe non essere così veloce come promesso dal presidente della Regione Cirio l’iter del “Riparti Piemonte”, il ddl che stanzia soldi a fondo perduto per molte categorie di commercianti e artigiani ma non per tutti. Proprio questo è uno dei punti da dirimere. L’iter è iniziato mercoledì nella Prima Commissione del Consiglio regionale che, come spiegano dalla Regione, si riunirà mattino e pomeriggio tutti i giorni fino a venerdì 15 maggio “per discutere e licenziare il corposo provvedimento, che dovrà stanziare oltre 800 milioni per aiutare il Piemonte a superare la crisi socioeconomica legata all’emergenza Coronavirus”. Per il Bonus Piemonte previsti 88 milioni per stanziare tra mille e 2.500 euro ciascuno per commercianti e artigiani. L’elenco dei beneficiari del bonus comprende, tra gli altri, ristoranti, bar, gelaterie, negozi di estetica, barbieri, taxi, discoteche ma non le palestre gestite con partite Iva ma solo da associazioni sportive senza fini di lucro. È il caso della palestra di Gavi, Viva Fitness. Andrea Bisio, titolare insieme alla moglie Egle Saia, dice: “Hanno aiutato quasi tutti tranne la nostra categoria. Mi chiedo il motivo: noi paghiamo le tasse come gli altri e investiamo soldi per promuovere la salute e l’attività fisica, aiutando indirettamente la sanità pubblica, eppure per noi non è previsto nulla”.

La palestra Viva fitness di Gavi

Viva fitness non è un’associazione sportiva senza scopo di lucro, che quindi non paga alcuna imposta: “Vista la situazione, mi viene da dire che se tornassi indietro eviterei di aprire una partita Iva, denunciando quindi tutti gli incassi. Siamo chiusi dal 20 febbraio, abbiamo dovuto sospendere tutti gli abbonamenti in attesa della riapertura e pagare le utenze. Per fortuna, il proprietario dell’edificio non ci ha chiesto l’affitto venendoci incontro, data la situazione pesantissima”. Su questa e molte altre situazioni intervengono i 5 stelle, come con i consiglieri regionali Sean Sacco e Francesca Frediani dicono: “I bonus del “Riparti Piemonte” escludono troppe categorie dell’artigianato e del commercio. Non è per nulla chiaro il criterio adottato dalla Giunta regionale: perché ad alcuni lavoratori viene concesso un bonus diretto a fondo perduto e ad altri no? Sono esclusi, per esempio, fotografi, ottici, agenzie di viaggio, tatuatori, piercer e molti altri. Loro dovranno chiedere i contributi attraverso i bandi, con procedure più complesse e tempi nettamente più lunghi. Questi due pesi e due misure sono inaccettabili. La maggioranza – proseguono – ne dovrà rendere conto in Commissione regionale dove, da parte nostra, presenteremo adeguate proposte per estendere la platea dei beneficiari dei bonus diretti. In questo momento così delicato pensiamo sia inaccettabile, da parte della Regione Piemonte, fare “figli e figliastri” tra i lavoratori. Lo slogan scelto da Cirio “La Garanzia sei tu” vale solo per qualcuno. Presenteremo una lunga serie di emendamenti affinché tutte le categorie vengano considerate allo stesso modo”.