Un'impianto a biogas

La Provincia ha revocato l’autorizzazione rilasciata nel 2012 per la costruzione e l’attivazione dell’impianto a biogas di strada Ghiare, a Bosco Marengo. Titolare era la società Biogas Bosco Marengo, all’epoca legata al gruppo Gavio di Tortona e poi passata alla Austep, società di Milano. Già all’epoca non erano mancate le polemiche per i timori di diffusione degli odori causati dal liquami, letame da allevamento e da insilato di mais utilizzati dall’impianto, per altro non l’unico sul territorio boschese, per produrre energia elettrica godendo degli incentivi statali per le energie rinnovabili.

Timori che erano riemersi la scorsa primavera, quando la Austep aveva chiesto alla Provincia  l’autorizzazione a modificare le modalità di alimentazione del suo impianto, utilizzando la pollina, un concime organico ottenuto dal riciclaggio per trattamento industriale delle deiezioni degli allevamenti di polli e galline, notoriamente puzzolente. A contestare la richiesta era stata soprattutto la Mangini, la famosa ditta produttrice di caramelle che temeva per le conseguenze degli odori sui suoi prodotti. La proprietà aveva annunciato un ricorso al Tar nel caso la Provincia avesse rilasciato l’autorizzazione. Alla fine, anche grazie all’impegno del Comune, anch’esso contrario, la Austep rinunciò alla pollina puntando su una maggiore quantità di insilato di mais. Soltanto che, ormai da mesi, l’impianto boschese risulta inattivo e l’iter per la modifica del sistema di alimentazione non è stato portato avanti dalla proprietà. Secondo il sindaco, Gianfranco Gazzaniga, la Biogas Bosco Marengo non è stata in grado di identificare una strada alternativa alla provinciale 180 per il transito dei veicoli diretti alla centrale a biogas, prescrizione vincolante per portare altro insilato di mais all’impianto. Da qui la decisione della Provincia che ha disposto la revoca dell’autorizzazione.