Con un bel “vedremo”, Poste Italiane lo scorso 23 marzo ha risposto alla lettera del presidente dell’Unione Dal Tobbio Al Colma, Stefano Persano, con la quale si chiedeva di rivedere l’orario degli uffici postali di Bosio e Tagliolo Monferrato, entrambi da tempo ridotti a soli tre giorni la settimana anziché sei. Sono noti i disagi per la popolazione, costretta a rimanere all’aperto a fare la coda per il proprio turno. Poste Italiane ha promesso, senza dare indicazioni precise, che valuterà l’ampliamento dell’orario dei due uffici postali, cosa avvenuta, per esempio, nel caso di Cassinelle, grazie all’impegno dell’amministrazione comunale del deputato Federico Fornaro, firmatario di un’interrogazione al ministro dello Sviluppo economico.

Un’immagine di Bosio

La società ricorda inoltre la presenza del bancoposta per ritirare i soldi ma ovviamente per gli anziani è un problema. I cittadini, su Facebook, contestano il fatto che il Comune si sia limitato a spedire le 300 firme raccolte fra la popolazione per chiedere alle Poste di ampliare l’orario, senza approvare una delibera che desse un “peso politico” alla petizione. Contestano anche i tempi della risposta di Poste Italiane: firme spedite il 4 febbraio, risposta della società il 23 marzo, resa nota alla popolazione solo il 13 aprile. Ora i promotori della petizione confidano nell’intervento del prefetto di Alessandria, al quale si sono rivolti sostenendo che il Comune non fa abbastanza per difendere i cittadini nel caso di Poste Italiane, oltre che sulla chiusura della filiale Bpm, confermata di recente.