Le Aree protette dell’Appennino Piemontese avranno una nuova sede, sempre a Bosio ma al vicepresidente Danilo Repetto l’operazione non piace nelle modalità in cui è stata conclusa. L’ente stipulerà una convenzione con l’istituto giovanile San Giovanni Bosco, titolare dell’ex asilo del paese, inutilizzato da anni, per avere in gestione l’edificio da adibirlo a sede per 99 anni, senza pagare alcun canone di affitto. Come ha spiegato il presidente Dino Bianchi, l’ente ha problemi di spazio nelle sedi attuali, soprattutto a Bosio ma anche a Lerma dove operano anche gli ex dipendenti della Comunità montana. Inoltre, il numero dei dipendenti del Parco è cresciuto con l’assunzione di numerose unità che l’amministrazione punta a inserire nella pianta organica, assumendoli a tempo indeterminato, Regione permettendo, anche in vista della gestione di nuove aree protette. “Il San Giovanni Bosco – ha detto Bianchi nell’ultima seduta del Consiglio – ha ristrutturato l’ex asilo di recente grazie a una donazione di 145 mila euro. Ha difficoltà a mantenerlo in ordine poiché ha solo circa trenta soci e il ricavato delle tessere basta a malapena a pagare le spese per l’energia elettrica. Hanno solo chiesto di mantenere nella loro disponibilità una stanza con la piccola chiesetta e una cifra per pagare gli ultimi lavori eseguiti”.

Una seduta del Consiglio delle Aree protette dell’Appennino Piemontese

Cifra che dovrebbe essere intorno a 8 mila euro da parte dell’ente. L’istituto, oltretutto, da venticinque anni è in trattativa con il Comune per trasferire nell’ex asilo la sede dell’amministrazione comunale, senza riuscire a trovare un accordo. Per questo l’opportunità offerta dal Parco è stata accolta subito dall’assemblea. Per il vicepresidente Danilo Repetto, per, “l’operazione è senz’altro positiva per Bosio visto che uno storico edificio viene così riutilizzato ma mi chiedo se sia davvero necessario fare questo percorso. Ho chiesto già in altre occasioni di dialogare con i sindaci rispetto alle decisioni del Parco e sottolineo come la sede di Lerma non debba essere abbandonata. Rischiamo di fare crescere i costi con l’utilizzo dell’ex asilo: il personale del Parco cosa dice? Serve davvero questa nuova sede?”.

La sede del Parco a Lerma

“Ricordo – ha replicato Bianchi – che qui a Bosio gli spazi sono insufficienti a fronte dell’aumento del personale, così come a Lerma è stato aperto un ufficio dedicato all’agricoltura. Le attività crescono e qui di servono spazi. Lerma non sarà certo chiuso, anzi: se avremo spazi libero si può pensare ad aprire lì l’atteso Museo dell’oro con il materiale in possesso del geologo Pipino. L’attuale sede di Bosio sarà l’archivio dell’ente. Nella nuova sede avremo una sala conferenze da 250 posti”. Nell’ex asilo le Aree protette dell’Appennino Piemontese dovranno spendere 50 mila euro adeguare gli impianti e altri interventi, come ha spiegato il direttore Andrea De Giovanni. Per Repetto, “senza una relazione degli uffici l’acquisizione dell’ex asilo è solo una manovra politica”. Alla fine, tutti favorevoli tranne il vicepresidente, astenuto.