Da oggi, 29 novembre, in Piemonte, la caccia è riaperta. Con il passaggio del territorio regionale da zona rossa a zona arancione, l’attività venatoria è autorizzata solo nel proprio Comune di residenza. Lo ha comunicato la Regione, precisamente l’assessorato all’Agricoltura, Caccia e Pesca. Da settimane le associazioni agricole in particolare lamentano che con lo stop alle doppiette la proliferazione degli ungulati, soprattutto dei cinghiali, sarebbe incontrollata e chiedevano deroghe allo stop alle doppiette. La caccia era stata fermata il 3 novembre dalla Regione. Da fine ottobre Legambiente, Pro Natura, Enpa e molti altri sodalizi avevano esortato l’amministrazione regionale a fermare le doppiette anche se il precedente Dpcm del 24 ottobre si limitava solo a raccomandare di evitare l’attività sportiva e gli spostamenti sul territorio.

cacciatori

La caccia – sostenevano le associazioni – è causa di assembramenti, soprattutto nel caso di battute al cinghiale, e anche di spostamenti dei partecipanti, non solo tra Province ma addirittura tra Regioni, che risultano essere estremamente frequenti”. La Regione aveva subito precisato che si trattava di un provvedimento solamente precauzionale. La Coldiretti si era detta contraria allo stop ai piani di contenimento, in particolare del cinghiale, considerato causa di danni alle coltivazioni e incidenti stradali ma non solo. Il problema degli ungulati continua però a essere affrontato con provvedimenti spot e non alla radice. I piani di contenimento attuati nelle aree protette, su basi scientifiche, funzionano, al contrario di quelli nelle aree libere.