Cantalupo Ligure: l’anniversario della battaglia. Un appuntamento con la memoria

Domenica 4 febbraio le celebrazioni in onore di Fedor Poletaev

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Fedor Poletaev

E’ una storia che arriva da lontano quella di Fedor Poletaev; da un piccolo paese della Russia, Kastino, nella regione di Rjazan. Classe 1909, nel corso del secondo conflitto mondiale, Fedor si arruolò nell’Armata Rossa, nella nona divisione di fanteria.

Nell’estate del 1942, la divisione fu accerchiata dai tedeschi. Poletaev fu ferito e fatto prigioniero. Iniziarono così per lui, due lunghi anni di trasferimenti da un campo di concentramento all’altro, per essere poi definitivamente inviato in Italia, nei pressi di Tortona.  Nell’estate del 1944, Fedor, insieme a un gruppo di prigionieri, riuscì a fuggire e a raggiungere la Val Borbera, per unirsi ai partigiani della brigata “Oreste”, della divisione partigiana “Pinan Cichero”.

Il monumento a Ryazan

Partecipò a molte azioni contro i nazi-fascisti, fino alla battaglia del 2 febbraio 1945, quella di Cantalupo. Nel rigido inverno 1944, i nazifascisti produssero il massimo sforzo militare, per eliminare i gruppi partigiani dell’Appennino Ligure-Piemontese. Per mesi la Val Borbera, come le altre aree d’azione delle formazioni della VI Zona Ligure, fu sconvolta dai rastrellamenti. Azioni condotte con eccezionale dispiegamento d’uomini e mezzi, con violenza sistematica verso i civili: incendi, devastazioni, rapine, prese di ostaggi, stupri. Obiettivo, creare il vuoto intorno ai guerriglieri, stanare i partigiani dai loro rifugi e aprirsi la strada verso il comando partigiano di Carrega Ligure, sede della missione angloamericana.

Il monumento a Mosca (Foto Paolo Torazza)

Il 2 febbraio 1945, una colonna nazista della Wehrmacht, il battaglione della famigerata “Turkestan”, forzò il blocco di Pertuso e occupò Cantalupo. I partigiani della “Oreste” prepararono il contrattacco, sebbene stremati dal freddo, dalle privazioni e dai continui scontri. Convergendo sul nemico lungo la strada, fuori dell’abitato che conduce al ponte di San Nazzaro, i partigiani ingaggiarono la battaglia nella neve alta sino alle ginocchia, una battaglia che probabilmente sarebbe finita nel sangue, se Fedor con un’azione di estremo coraggio, non avesse creato un diversivo, lanciandosi contro il nemico e intimandogli la resa in russo, lingua che i “mongoli”, conoscevano bene. Una raffica di mitra lo colpì in pieno petto, ma il suo eroico gesto determinò il successo di quella battaglia.

Al termine degli scontri, i nazisti subirono pesanti le perdite: 12 morti, 5 feriti, 41 prigionieri, oltre alla confisca di armi e munizioni.

La tomba a Staglieno

Fedor venne sepolto nel cimitero di Rocchetta e in seguito le sue ceneri vennero trasferite al cimitero genovese di Staglieno, nel Campo perenne dei Caduti della Libertà. Il 25 aprile 1947 a Genova si tenne un meeting, nel corso del quale un rappresentante del governo italiano conferì al console sovietico una stella di bronzo – simbolo della brigata partigiana Garibaldi – con la preghiera di consegnarla ai familiari di Poletaev. Lo Stato italiano insignì Fedor del più alto riconoscimento: la Medaglia d’oro al Valor Militare.

Nel 1962, su decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS, al sergente dell’Armata Rossa Poletaev Fedor Andrianovich fu conferito il titolo postumo di Eroe dell’Unione Sovietica. Il 24 dicembre del 1970 nella città di Rjazan, nella via che porta il suo nome, gli fu dedicato un monumento. Come ha fatto Mosca e naturalmente Cantalupo.

Targa a Fedor (Foto Paolo Torazza)

Nel corso di questi lunghi anni a Cantalupo sono arrivate molte personalità di spicco del mondo politico per onorare la sua figura: la senatrice Tullia Carrettoni, il ministro Taviani, gli onorevoli, Romita, Goria, l’ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini e l’ex presidente russo Mikail Gorbaciov.

Quest’anno, domenica 4 febbraio a Cantalupo, le celebrazioni inizieranno alle 10.30 con la deposizione di una corona al monumento di Fedor; da qui il corteo raggiungerà il Palazzetto dello Sport, dove alle 11, il sindaco Gian Piero Daglio incontrerà il console generale della federazione russa Pavlov Marat e il Vice-Presidente del Governo della Regione di Rjazan, Oleg Bulekov.

I bambini della scuola elementare presenteranno:  “Fulmine, un cane coraggioso”, radio-dramma curato da Simona Lisco e dalle insegnanti della Scuola di Rocchetta Ligure. Di seguito ci sarà la presentazione del film-documentario “Fedor Poletaev” di Alexey Kochetkov. Al termine, sarà pronunciata l’orazione ufficiale affidata a Carla Nespolo, Presidente Nazionale Anpi.

(Notizie storiche  e immagini: Archivio Istituto Storico della Resistenza di Alessandria – Giambattista Lazagna, Ponte Rotto Centro Ligure di Storia Sociale – Wikipedia  – e per gentile concessione Paolo Torazza)