Il Parco regionale dell’Alta Val Borbera avrà un piano di contenimento del cinghiale. La creazione dell’area protetta, oltre a tutelare un territorio montano bellissimo, è stata voluta anche per porre un freno al proliferare della fauna selvatica, di fatto incontrollato. Le Aree protette dell’Appennino Piemontese, ente gestore del Parco, hanno adottato, con un decreto del presidente, Danilo Repetto, il piano che resterà in vigore fino al 2025, che ora dovrà essere approvato dall’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione dell’ambiente, e quindi dalla Regione. Si tratta del primo atto dell’Appennino Piemontese adottato per la gestione del territorio dell’alta Val Borbera insieme al Piano forestale. “Il piano – spiega Marco Guerrini, sindaco di Carrega e vicepresidente dell’Appennino Piemontese – prevede l’abbattimento di cento capi all’anno per cinque anni. I danni maggiori causati dai cinghiali riguardano soprattutto i pascoli e poi gli orti.

Carrega Ligure

Il taglio del fieno, a causa delle buche scavate, risulta spesso infatti difficile. I numeri sono stati indicati dai tecnici delle Aree protette. Finora, gli interventi delle squadre di cacciatori inviate dall’Atc Al 3 non hanno quasi mai risolto la situazione. Spesso, infatti, questi cacciatori non eliminano il problema e cercano di lasciare qualche capo per gli anni a venire. Il piano di contenimento – prosegue Guerrini – prevede invece interventi mirati, sopratutto sugli esemplari più piccoli, che sono meno territoriali e che creano più danni agli orti”. I cinghiali verranno catturati mendiate l’uso delle gabbie, collocate sul territorio, vicino alle numerose frazioni, in accordo con i residenti che sanno dove si trovano gli ungulati.