I Comuni aumentano le tasse a causa (anche) del coronavirus. In Val Lemme è successo a Carrosio e Voltaggio. Nel primo caso, il Consiglio comunale ha approvato l’istituzione dell’addizionale Irpef, tassa che finora i carrosiani non pagavano. L’aliquota è allo 0,5 %. “Tutti i Comuni dell’Unione montana Val Lemme – spiega il sindaco, Valerio Cassano – aveva già istituito questa tassa da anni così come molti altri paesi del Novese. L’aliquota, per altro, è la più bassa possibile. È un momento particolare per le casse dei Comuni, causata dalla diminuzione delle entrate da parte dello Stato e dall’incertezza sul futuro per via della crisi economica. Per non mettere in difficoltà il bilancio e garantire l’erogazione dei servizi ai cittadini abbiamo deciso di agire in via precauzionale con un tassa che è per natura democratica in quanto si paga in base al reddito”. Per chi ha redditi inferiori a 15 mila euro è prevista l’esenzione. Il Comune punta a incassare circa 18 mila euro l’anno dall’addizionale Irpef.

Una veduta di Carrosio

In Consiglio comunale l’opposizione ha contestato questa scelta. “L’addizionale – hanno detto gli esponenti di Alternativa civica – è assurda perché iniqua e non progressiva, frutto di una scelta sciagurata di decentramento fiscale lasciato a metà che ha trasformato i sindaci in gabellieri. È insensata e penalizzante perchè riesce a sperequare, sulla base della residenza, l’imposizione su un reddito paritetico, diviso in quota parte fra soggetti residenti in comuni dove esiste l’addizionale e comuni dove non esiste. La motivazione dichiarata nel Documento unico di programmazione ci lascia perplessi: ”La misura tiene conto dell’esigenza di bilancio tenuto conto in particolar modo conto dei mancati introiti derivanti dal trasferimento del servizio riscossione della Tari”. La tassa rifiuti – hanno detto ancora dall’opposizione – non viene più pagata al Comune ma al gestore della raccolta rifiuti per un servizio che viene svolto. Quindi, non è una motivazione valida dire che non ci sono più gli introiti della Tari. L’addizionale, infine, andava applicata in maniera graduale oltre i 15 mila euro, in base al reddito”.

Uno scorcio di Voltaggio

A Voltaggio l’addizionale Irpef vede anch’essa confermata l’esenzione sotto i 15 mila euro e l’aliquota allo 0,30% fino a 28 mila euro ma è aumentata oltre i 28 mila euro: 0,60 % (anziché 0,50) fino a 55 mila euro; 0,75% (era a 0,55) fino 75 mila euro e 0,80% oltre i 75 mila euro (era a 0,60%). E’ aumentata anche l’Imu sulle seconde case: “Fino allo scorso anno, per tali immobili, – ha spiegato il sindaco, Giuseppe Benasso – a Voltaggio si pagava l’8,49 per mille di Imu più l’ 1,50 per mille di Tasi, per un totale, su due F24 diversi, del 9,99 per mille. Da quest’anno la voce Tasi è stata abolita e tutto il versamento avverrà sotto la voce IMU. Come nei Comuni vicini, si è deciso di applicare il 10,60 per mille. Per chi affitta un proprio appartamento proponiamo la locazione a canone concordato, che garantisce al proprietario un abbattimento dell’aliquota Imu del 25%, cioè dal 10,60 al 7,95 per mille”.
Il Comune, come ha spiegato Benasso, intende spendere le somme ricavate dagli aumenti per le eventuali ulteriori spese anti coronavirus (“non siamo tranquilli con le somme attuali”), per i contributi alle ristrutturazioni delle facciate degli immobili del centro storico e per il restauro delle edicole religiose presenti nelle facciate ristrutturate. Inoltre, per le spese per il Cit, in aumento e per le consulenze tecniche per lavori pubblici straordinari. Contraria l’opposizione. Il capogruppo Michele Bisio ha ricordato che nei cinque anni della sua amministrazione “non è stata stabilito alcun aumento delle tasse mentre voi, con il vostro primo bilancio, avete fatto il contrario. L’aumento dell’Irpef penalizza solo 27 persone, le più ricche, su 708 abitanti”.