Carrosio, la minoranza diserta il Consiglio comunale.

La protesta è riferita alla decisione del sindaco di non permettere la discussione dei temi propositi dal gruppo Alternativa civica

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Una seduta del Consiglio comunale brevissima quella di giovedì a Carrosio. All’ordine del giorno solo due punti, una variazione di bilancio e la modifica al regolamento edilizio, riferita alla composizione della commissione edilizia. Il Consiglio è durato pochi minuti anche perché la minoranza era assente per protesta. Piero Odino, Gianni Traverso e Luigi Traverso lo avevano annunciato al sindaco Valerio Cassano subito aver ricevuto la convocazione della seduta. Il motivo risale alle settimane scorse, quando il primo cittadino ha rifiutato di portare all’ordine del giorno del Consiglio una serie di argomenti proposti dal gruppo di Alternativa civica: il cambio dell’intitolazione della scuola, dedicata all’ex podestà fascista Felice Costa; una modifica al progetto di manutenzione straordinaria e di riqualificazione energetica da 260 mila euro dello stesso edificio; il progetto di ristrutturazione dell’ex bar centrale; una proposta riferita all’utilizzo dello stemma Comunale e una modifica allo statuto comunale. Cassano aveva ammesso alla discussione solo quest’ultimo punto, come è avvenuto nella seduta di fine novembre.

Il comportamento del primo cittadino, secondo la minoranza, ha fatto mancare “le condizioni per partecipare ad alcun tipo di incontro, essendo venuto meno il principio di condivisione, partecipazione e tanto meno la possibilità di espletare la nostra funzione. Si ribadisce che il legislatore ha assegnato alle forze di minoranza, compiti di indirizzo e controllo, come stabilito dalla vigente normativa ministeriale. Il diritto-dovere delle minoranze è stato arbitrariamente cancellato e calpestato e questo a nostro parere non è assolutamente ammissibile”. Cassano aveva bocciato le proposte dell’opposizione sostenendo che i temi non sarebbero di competenza del Consiglio comunale, tesi alla quale si è adeguato anche il prefetto, Romilda Tafuri, chiamata in causa dai tre consiglieri, visto che lo statuto comunale stabilisce che “il sindaco convoca il Consiglio comunale quando la richiesta sia formulata da un quinto dei consiglieri”. Gli esempi non mancano: proprio giovedì sera, a Ovada, si è discusso della situazione della casa di riposo del Lercaro, come richiesto dai gruppi di minoranza. L’opposizione di Carrosio promette comunque battaglia su quanto avvenuto.