La perizia firmata dai geometri Pierpaolo Bagnasco e Fausto Cannonero, tecnici del Comune, datata 4 luglio 2013, parlava di una spesa complessiva di 420 mila euro (comprensiva di spese tecniche e Iva)  per la sistemazione completa della caserma dei carabinieri di Gavi. Da qualche settimana, i ponteggi intorno all’edificio di piazza Dante, sono stati tolti. Il cantiere, aperto nel dicembre del 2016 dall’impresa Vallemme costruzioni, incaricata dal Comune con una procedura d’urgenza, quindi senza gara, è stato finalmente smantellato dopo una lunga serie di interruzioni. La spesa, secondo quanto risulta dagli atti pubblicati all’albo pretorio e da quanto emerso dai dibattiti in Consiglio comunale, è stata di circa 130 mila euro, con i quali il tetto è stato ricoperto di tegole, è stata fatto l’intonaco eliminando le piastrelle dalle pareti esterne e sono state sostituite le grondaie e i serramenti esterni.

La caserma di Gavi prima dell’attestimento dei ponteggi

La relazione del 2013, redatta dai tecnici per giustificare la cessione ai privati dell’immobile, votata all’epoca dalla maggioranza del Consiglio comunale, prevedeva però, solo per i lavori esterni, 200 mila euro di spesa. Secondo i due geometri, dovevano essere realizzati anche un’intercapedine e dei sistemi di ventilazione dei muri perimetrali oltre a un isolamento a cappotto. C’erano poi gli interventi nei locali interni. La relazione stabiliva che la caldaia “deve essere sostituita con un’altra a condensazione, come indicati nei certificati energetici”. Non solo: “la rete di distribuzione dell’impianto termico e di distribuzione dell’acqua fredda sono in uno stato pessimo di conservazione”. Inoltre, citata la necessità di rifare totalmente i servigi igienici sia negli uffici che nei due appartamenti e di cambiare le porte. In totale, altri 100 mila euro. Interventi che il Comune non ha fatto eseguire e che lasciano quindi ancora l’edificio in una situazione di incertezza circa l’utilizzo da parte dei carabinieri, che lo scorso anno hanno rischiato di finire a Mornese.

I lavori sono infatti partiti infatti solo dopo che il comando regionale dell’Arma ha “minacciato” il Comune di trasferire altrove i militari, viste le condizioni fatiscenti della caserma, lasciata in abbandono poiché l’amministrazione comunale, sin dal 2010, come si poteva leggere nella variante al piano regolatore, ne ha previsto la vendita ai privati. In programma l’abbattimento e la costruzione di un palazzo tre volte più grande, con appartamenti e garage. Previsione che non è stata ritirata dal piano regolatore dalla maggioranza neppure con l’avvio “forzato” dei lavori, proprio per questo seguiti solo all’esterno e per giunta in parte. Impossibile, evidentemente, togliere dalle mani degli speculatori un affare così ghiotto, per ora solo rinviato per “cause di forza maggiore”. La caserma resta così in vendita.