Caso Albano-Semino: il Comune sarà parte civile contro i 4 indagati.

La giunta comunale ha incaricato l’avvocato Piero Monti per la costituzione in giudizio nei confronti dell’ex vicesindaco, del dirigente Pier Paolo Bagnasco, dell’ex segretario comunale Giovanna Sutera e dell’ex consigliere Eugenio Rabbia.

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tribunale di alessandria
Il palazzo di giustizia di Alessandria

Il 16 aprile il Comune di Gavi si costituirà parte civile nell’udienza davanti al gup di Alessandria, Andrea Perelli, che dovrà decidere se rinviare a giudizio l’ex vicesindaco di Gavi, Nicoletta Albano, per concussione, insieme al capo capo dell’ufficio tecnico e sindaco di Stazzano, Pier Paolo Bagnasco, all’allora segretario comunale Giovanna Sutera e all’ex consigliere di maggioranza Eugenio Rabbia. Questi ultimi tre sono indagati per altre ipotesi di reato per il loro ruolo nella vicenda delle dimissioni fatte firmare il 29 dicembre 2019 all’ora sindaco Rita Semino. Albano, nelle vesti di vicesindaco, secondo quanto emerso dalle indagini, quel giorno aveva convocato la Semino, primo cittadino, in municipio per farle firmare le dimissioni, estorte con un ricatto (“Tua nipote avrà conseguenze sul lavoro”). Albano voleva andare ad elezioni prima possibile per tornare lei stessa sindaco.

Albano con Giovanna Sutera

Da qui l’accusa di concussione. La giunta guidata da Carlo Massa ha votato la costituzione in giudizio incaricando l’avvocato Piero Monti di Alessandria, al quale nel luglio 2020 il commissario prefettizio del Comune di Gavi, Maria Clara Callegari, aveva già dato un incarico per valutare la documentazione in vista della decisione arrivata di recente. Il Comune ritiene infatti di aver subito un danno di immagine dal comportamento di Albano e degli altri tre indagati. Tutti avrebbero infatti, secondo la giunta, commesso “delitti contro l’ente nelle vesti di pubblici ufficiali”. Contro Albano intende costituirsi anche Rita Semino, con l’avvocato Guido Chiarloni. L’ex sindaco potrebbero costituirsi anche contro gli altri tre imputati. Albano è indagata anche per peculato per l’uso dei fondi comunali. La Procura le ha sequestrato prima 33 mila e poi 48 mila euro.