C’è un “concreto pericolo di condizionamento mafioso delle scelte e degli indirizzi della società”. Lo ha scritto il Tar nell’ordinanza che respinge la richiesta di sospendere gli atti che hanno portato allo stop dell’attività della Ecotirrena, impresa con sede legale a Castelnuovo Scrivia, accusata di avere legami con la camorra. Lo scorso anno il prefetto di Alessandria, Iginio Olita, aveva adottato tre misure interdittive nei confronti di altrettante aziende operative nel settore dei rifiuti sul territorio provinciale. Fra queste, la Ecotirrena, legata alla famiglia Mangia, autorizzata dalla Provincia alla messa in riserva e al recupero di rifiuti speciali non pericolosi e che possiede stabilimenti operativi anche in provincia di Frosinone. Olita aveva emanato l’interdittiva in seguito alla condanna in Appello dei titolari della società, avvenuta a Cagliari nel maggio del 2020. I reati addebitati agli imputati riguardavano il traffico illecito di rifiuti, in particolare oli e grassi vegetali esausti, sottoprodotti di origine animale, scarti e derrate alimentari scadute.

Isole ecologiche per oli esausti della Ecotirrena

Anche la prefettura di Frosinone ha emanato un identico provvedimento nei confronti delle società della famiglia Mangia. Inoltre, per la Ecotirrena la Provincia di Alessandria aveva revocato l’autorizzazione all’attività legata ai rifiuti. I giudici del Tar, ai quali si era rivolta la Ecotirrena, hanno rilevato che nell’interdittiva della prefettura alessandrina si parla di “pericolo infiltrativo da parte della criminalità organizzata” e di “un quadro di stretti legami familiari e comprovate frequentazioni con soggetti organici o contigui alle organizzazioni criminali di matrice camorristica”, come già evidenziato dalla Corte d’Appello di Cagliari. Il Tar ha così rinviato a ottobre l’udienza per valutare nel merito il ricorso della Ecotirrena, che riguarda anche i provvedimenti della Provincia e della Motorizzazione civile, che ha cancellato l’impresa dall’albo degli autotrasportatori.