Le Aree protette dell’Appennino Piemontese (ex Parco Capanne) rinviano ogni decisione sulla futura gestione del centro di documentazione della Benedicta, a Capanne di Marcarolo (Bosio). Già nella precedente seduta, senza che l’argomento fosse all’ordine del giorno, il Consiglio si era espresso molto negativamente sulla volontà di Regione e Provincia di portare a termine la costruzione del contestato edificio. “Va abbattuto – avevano detto i consiglieri presenti – per evitare altri sperperi di denaro pubblico”. Il cantiere era stato aperto nell’ormai lontano 2011 sotto i ruderi della ex cascina teatro dell’eccidio nazifascista del 1944 e più volte è stato fermato, soprattutto per carenza di fondi. Rispetto ai 750 mila euro spesi finora, ne servono altrettanti. Torino e Alessandria il mese scorso hanno annunciato futuri stanziamenti per il completamento dell’intervento ma ci sono ancora, proprio così, dubbi sulla destinazione effettiva dell’immobile.

Dino Bianchi, presidente del Parco dell'Appennino Piemontese
Dino Bianchi, presidente del Parco dell’Appennino Piemontese

“La Regione – ha detto il presidente delle aree protette appenniniche, Dino Bianchi, nella seduta di lunedì scorso – parla di archivio dedicato alla Benedicta da collegare, tra l’altro, con il sistema bibliotecario novese ma ormai basta consultare internet per avere queste informazioni. Inoltre, l’edificio sarebbe disponibile, in sostanza, solo da aprile in poi, visto il clima di Capanne e in occasione delle ricorrenze dell’eccidio. Purtroppo, non si è pensato al dopo. Sarebbe stato meglio realizzarlo in paese ma qui nessuno paga per certi errori”. Una posizione già espressa a suo tempo dall’allora presidente del Parco Capanne, Gianni Repetto, il solo a opporsi a un progetto che si è rivelato scellerato.

Una commemorazione dell’eccidio della Benedicta

“Sulla Benedicta, oltretutto – hanno detto i consiglieri Mario Bavastro e Marco Gaglionei libri sono pochissimi e si trovano in biblioteca a Novi Ligure. I lavori non devono andare avanti per evitare altro spreco di denaro pubblico”. Bianchi ha sottolineato come il Parco abbia forti dubbi sulla volontà di farsi carico della gestione della struttura, come richiesto da Regione e Provincia. “Inoltre – ha detto anche il presidente – ci sono perplessità sui 250 mila euro annunciati dalla Provincia: all’azienda alla quale verranno assegnati i lavori l’ente cederà un suo immobile come contropartita. Mi chiedo chi possa accettare uno scambio del genere”. Alla fine, il Consiglio ha deciso di non deliberare nulla sulla propost di accordo e di sentire il parere dei sindaci del Parco. “Dopodichè riporteremo il documento in Consiglio”, ha concluso il presidente. La Provincia ha intanto deliberato di spendere altri 10 mila euro per l’acquisto di lamiere per il cantiere del centro di documentazione.