Toccherà ai privati mandare avanti la gestione della cantina di Lerma, voluta dall’allora Comunità montana alta Vallemme Alto Ovadese guidata da Marco Mazzarello con una scelta rivelatasi poco lungimirante, almeno finora.

La struttura è diventata proprietà dell’Unione montana Dal Tobbio al Colma, di cui fanno parte i comuni di Bosio, Belforte, Casaleggio Boiro, Lerma, Mornese, Montaldeo, Molare, Tagliolo e Cremolino, alla quale è stata assegnata dal piano di riparto della Comunità montana Appennino Aleramico Obertengo, in fase di liquidazione. Nelle intenzioni dei promotori avrebbe dovuto diventare un punto di riferimento per i produttori delle uve della zona ed essere un incentivo per la produzione di vino, invece, finora si è rivelata un problema finanziario, sia per i mutui ancora da pagare sia per i soldi da versare nei confronti dei conferitori delle uve.

La cantina di montagna di Lerma

Il Consiglio dell’Unione montana ha approvato il piano di riparto dei beni della Comunità ma subito, rispetto alla cantina, si è trovata di fronte alle novità legislative imposte dalla legge Madia. “Una società interamente pubblica – spiega Franco Ravera, sindaco di Belforte Monferrato – come è quella che amministra la cantina di Lerma, secondo la nuova normativa, può erogare solo servizi pubblici essenziali ma certamente non produrre vino. Per questo stiamo cercando un gestore privato a cui affidare la cantina in cambio di un canone di affitto. Ad aprile il consiglio di amministrazione approverà il bilancio e dopodiché si deciderà cosa fare. I debiti con i conferitori mi risultano azzerati”. La ricerca di un privato è già stata avviata e ci sarebbero contatti in corso cin alcuni imprenditori del settore.

Franco Ravera (in piedi), sindaco di Belforte

I nove comuni dovranno farsi carico di pagare i restanti 170 mila euro di mutuo riferito all’acquisto degli impianti e alla costruzione dell’immobile. La scadenza delle rate sarà nel 2032. Ravera su questo punto si dice “tranquillo”.