Chi va al fiume a prendere il sole rischia una denuncia penale.

Le regole sulla Peste suina africana vietano di fare il bagno nei torrenti e nei laghi nei Comuni della zona infetta. Autorizzata invece la pesca sportiva

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L'Orba a Molare (foto dal sito mapio.net)

Insieme alla raccolta funghi, andare al fiume nei 114 Comuni liguri e piemontesi della zona infetta resta vietato a causa delle restrizioni legate alla Peste suina africana. Le ordinanze ministeriali e della Regione hanno motivato questo divieto con il pericolo di disturbare i cinghiali e quindi di diffondere il virus, anche solo facendo il bagno e prendendo il sole. Chi trasgredisce rischia una denuncia penale ma finora, almeno in provincia di Alessandria, non si ha notizia di controlli e multe. Il divieto è rimasto anche nei Comuni dove la contestata recinzione è in costruzione da alcune settimane, cioè Ponzone, Cassinelle e Molare. “Speravo – dice il sindaco molarese, Andrea Barisone – che con l’installazione della barriera arrivasse qualche deroga per i bagnanti ma così non è stato”. Così, lungo l’Orba a Molare ma anche lungo il Gorzente nel Parco Capanne di Marcarolo, nelle Strette del Borbera e in tante altre località in tanti fanno come hanno sempre fatto con il rischio di essere denunciati. Per risolvere il problema, evidenza Barisone ironizzando, “basterebbe prendere il tesserino da pescatore, 35 euro l’anno, e portarsi un retino, visto che la pesca sportiva è invece autorizzata”. I sindaci dei Comuni della valle Stura genovese, anch’essi inseriti nella zona infetta, hanno chiesto al commissari straordinario per l’emergenza Psa, Angelo Ferrari, di autorizzare la balneazione lungo fiumi e laghi.