La Valle Bormida di nuovo in marcia per tutelare la falda acquifera di Sezzadio-Predosa, un evento che sarà ripreso dalle telecamere di Striscia la Notizia e dal Gabibbo, il famoso pupazzo di Canale 5 presente sabato alla manifestazione indetta contro la discarica della Riccoboni in corso di allestimento a cascina Borio. Alle 14, i manifestanti, chiamati a raccolta da comitati, associazioni e amministrazioni comunali, si ritroveranno in piazza a Sezzadio per partecipare a un corteo, la Marcia per l’acqua, che si dirigerà verso la ex cava lungo la provinciale per Castelnuovo Bormida, dove da settimane gli operai delle ditte incaricate dalla Riccoboni di Predosa hanno cominciato i lavori di preparazione della discarica, situata proprio al si sopra della falda che alimenta gli acquedotti dell’Acquese. Una sfida, quella dell’azienda, messa in atto nei confronti dei cittadini contrari e dei 32 sindaci che hanno firmato l’accordo sulla tutela legale della falda, sfida, però, con tutte le carte in regola, essendo la Riccoboni autorizzata dalla Provincia sin dal 2016. I rifiuti (1,7 milioni d metri cubi) potranno essere conferiti quando sarà costruita la tangenziale necessaria ai camion dell’azienda per evitare il centro abitato. Il tutto è ancora sub judice, poichè sono ormai numerosi ricorso presentati dai Comuni contro gli atti favorevoli alla discarica ma l’operazione è partita lo stesso.

(foto dal sito di Striscia la notizia)

La manifestazione di sabato sarà l’ultima, hanno già spiegato gli organizzatori (comitati di base della Valle Bormida, Sezzadio Ambiente, comitato Agricoltori della Valle Bormida, comitato Vivere a Predosa, gruppo di Gavonata e comitato No Terzo valico), poiché, come è stato detto, “ora tocca alla politica tutelare la falda”, politica che finora è stata quasi tutta dalla parte della Riccoboni, almeno in Provincia e in Regione. Il 21 novembre sarà ad Acqui Terme il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, che in Parlamento di recente aveva annunciato l’invio degli ispettori rispondendo a un’interrogazione del deputato Federico Fornaro. Incontrerà i sindaci che vogliono salvare la loro falda dal potenziale inquinamento provocato da rifiuti speciali e industriali: la speranza è che l’ex comandante dei carabinieri, famoso per la sua battaglia contro la criminalità nella Terra dei fuochi, in Campania, applichi almeno lui quel principio di precauzione più volte invocato in questa vicenda a tutela dell’acqua che bevono decine di migliaia di persone.

Attraverso Facebook e migliaia di volantini gli organizzatori stanno cercando di sensibilizzare la popolazione in vista di sabato poiché, come è stato scritto, “in ballo c’è il futuro della risorsa idrica capace di dare acqua buona a noi, ai nostri figli ed a decine di generazioni a venire. L’acqua insomma! Abbiamo un dovere morale nell’opporci a questo disastro annunciato con questa marcia pacifica”. Il Comune di Acqui ha diffuso un appello rivolto ai cittadini firmato dal sindaco Lorenzo Lucchini e dall’assessore Maurizio Giannetto: “Malgrado l’azione di moltissimi cittadini, comitati, associazioni ed enti locali, non siamo ancora riusciti, purtroppo, a fermare i lavori della discarica di Sezzadio. Nell’area di Cascina Borio l’azienda Riccoboni ne sta allestendo gli spazi, un’azione temuta poiché proprio in corrispondenza dell’area di ricarica dell’acquifera a monte dei pozzi di Predosa. Questi hanno la capacità di alimentare in rete circa 50mila persone e potrebbero, con un investimento strutturale, arrivare a circa 200mila. Si tratta quindi di un enorme bacino che potrebbe rifornire quasi la metà della popolazione della Provincia di Alessandria. L’acqua è un bene essenziale: va tutelato. Il nostro territorio, dal 2003, ha subito due gravi crisi idriche. Se oggi non viviamo una situazione del genere, è solo grazie ai pozzi di Predosa-Sezzadio e alla costruzione di un’interconnessione idrica tra questi con la città di Acqui Terme. A distanza di un decennio si rischia di vedere vanificata una spesa di circa 10 milioni di euro.

Siamo ad un bivio: si tratta di difendere il nostro territorio e i nostri interessi, oppure di dare in pasto le nostre terre ai profitti privati. Scegliere quest’ultima opzione significa portare sulla nostra falda acquifera un deposito di 1 milione e 700 mila metri cubi di rifiuti industriali. Abbiamo deciso di lanciare un appello a tutta la città, una campagna semplice per una situazione che semplice non lo è affatto: coloriamo con una striscia di stoffa celeste le nostre porte, le nostre finestre, i nostri balconi. Coloriamo interamente la città. L’Amministrazione comunale farà altrettanto: abbiamo selezionato alcuni edifici pubblici da cui faremo scendere della stoffa celeste. Niente slogan, niente parole. Una striscia celeste, limpida come l’acqua. Il nostro territorio e la nostra acqua sono un bene comune, e per difenderli c’è bisogno di tutti noi”. Alla manifestazione parteciperà anche Legambiente con i circoli Val Lemme, Ovadese e Vercellese e Legambiente Piemonte. Michela Sericano, coordinatrice del circolo di Ovada, dice: “Nelle nostre osservazioni al Piano di Tutela delle Acque della Regione abbiamo scritto che nel nuovo Piano vi sono parecchi aspetti da modificare, tutti di competenza della Regione, se si vuole rispettare almeno il principio base della Direttiva Quadro europea sulle acque, che mira ad evitare il deterioramento della risorsa.

Sezzadio: l’area della discarica recintata

Manca la tutela delle riserve strategiche per uso potabile; non si escludono le attività industriali o agricole inquinanti o potenzialmente inquinanti dalle aree di ricarica delle falde acquifere profonde recentemente individuate con provvedimento regionale; occorre che vengano assoggettate alle nuove norme anche tutte le opere già autorizzate ma non ancora iniziate. Se la Regione avesse fatto, o facesse ora, un Piano di Tutela delle Acque che recepisse queste nostre osservazioni, la discarica Riccoboni non si potrebbe più fare. Ancora una volta Sezzadio ha bisogno della mobilitazione di tutti, perché non si realizzi quello che da principio sembrava impossibile e contro ogni buon senso, ma che la Provincia e la Regione non hanno impedito che avvenisse”.