Capire innanzitutto cosa significherà veder transitare, o meglio, subire il passaggio di decine e decine di treni dal centro di Novi.

Sono quelli del Terzo valico che sfrecceranno dalla stazione di Novi, ogni giorno, quando sarà completata la line ad alta velocità/capacità. Contro questa ipotesi si sta battendo, da circa un anno, il comitato referendario “Contiamoci”. I problemi che un simile afflusso di convogli porterebbe a Novi sono facili da intuire: rumori, polveri, elettromagnetismo, rischi in merito alla sicurezza, congestione del traffico ferroviario, merci non note che transitano con molta frequenza e, di conseguenza, rischi per la salute pubblica.

Come priorità, il comitato propone quindi di non far passare i convogli del Terzo valico in città. È stato fondato da noti personaggi novesi: Maria Rosa Porta, Dario Ubaldeschi, Giancarlo Fasciolo, Ermanno Matarazzo, Oscar Poletto e Giuseppina Tolino. Per rendere più incisive le finalità, è stato stabilito un legame collaborativo con il comitato di Viareggio che dal 2009 cura gli interessi dei familiari delle vittime dell’esplosione di una cisterna di Gpl, in transito dalla stazione toscana.

Il referendum, però, deve ancora essere dichiarato legittimo dal Prefetto.

“Chiediamo pertanto al Prefetto, dottoressa Romilda Tafuri, di prendere finalmente una decisione in merito alla legittimità del referendum, affinché i novesi possano pronunciarsi sulla possibilità di vietare o di ammettere il passaggio di centinaia di treni del Terzo valico, dal centro di Novi. Questa sarebbe la vera e democratica cartina al tornasole”-.

Maria Rosa Porta ha lanciato l’appello a nome del comitato l’altro giorno nel salone della biblioteca, nel corso di un incontro pubblico a cui ha partecipato una rappresentanza del comitato dei parenti delle vittime della tragedia di Viareggio, “Il mondo che vorrei”.

Il binomio tra i due comitati non è casuale. Quel 29 giugno del 2009, lo stesso convoglio che scatenò la tragedia a Viareggio, era transitato 2 ore e mezza prima dalla stazione di Novi. Già portava, quindi, quella criticità determinata, a quanto pare, dal pessimo intervento di manutenzione su un assile guasto sulla cisterna esplosa. L’assile, da quanto emerso nel corso dell’incontro,  fu mascherato con della vernice proprio per celare un intervento maldestro o forse mai eseguito.

Comitati Contiamoci
Comitati Contiamoci e Il mondo che vorrei

“Cosa potrebbe accadere, quindi, quando ogni 14 minuti sfrecceranno i treni merci, lunghi 750 metri ciascuno nel centro di Novi a 100 all’ora, e per giunta sul primo e sul secondo binario? – si è domandato Dario Ubaldeschi, promotore insieme alla Porta del comitato “Contiamoci”.

“Non siamo contro il Terzo valico – ha specificato – ma contro la richiesta del Comune che chiede il passaggio dei convogli e la cancellazione dello “shunt”. Al contrario, siamo a favore del progetto originario che prevedeva la bretella shunt che comporterebbe la deviazione della linea in campagna, tra Novi e Pozzolo. La vorremmo fuori terra, per permettere tramite una deviazione, il rilancio dello scalo di San Bovo”-. .

In sala c’erano alcuni tra i principali esponenti del “Mondo che vorrei”, per portare nella sala gremita della biblioteca una commovente testimonianza, basata su fatti e non solo su parole, come si è potuto evincere dalla proiezione dello shoccante corto, “Ovunque proteggi” di Massimo Bondielli. Dodici minuti per capire la strage di Viareggio. Ha parlato delle colpe delle Ferrovie Daniela Rondi, la presidente del comitato toscano che ha perso una figlia. C’era il volto ustionato di Marco Piagentini, il simbolo dei sopravvissuti a caro prezzo. Piagentini perse moglie e due figlioletti, mentre in quella tragica sera d’estate prendeva il fresco sul terrazzo, prima che l’esplosione spazzasse via repentinamente tutto.

E c’era anche Riccardo Antonini, il ferroviere che per prendere le difese dei familiari delle vittime alla ricerca della verità, fu licenziato dai vertici della sua azienda: “dall’amministratore Moretti” – ha detto -. C’erano persino i No tav che hanno ascoltato in silenzioso rispetto le testimonianze, ma ha spiccato su tutti chi non c’era: la maggioranza PD e la Giunta. “A Novi – ha concluso per il comitato “Contiamoci” Giusy Tolino – manca ancora la percezione del rischio che corrono i cittadini. Urge più informazione e occorre incentivare una rete d’informazione”-.

Lampadine e campi elettromagnetici

Qualora il Prefetto dovesse bocciare la legittimità del referendum sul passaggio dei treni  del Terzo valico dalla stazione di Novi, il comitato promotore, “Contiamoci”, seguirà un diverso iter, cercando di coinvolgere il consiglio comunale. In caso di risposta positiva, invece, procederà alla raccolta minima di mille e 500 firme.

Intanto, però, lo stesso comitato referendario segnala un inquietante caso prospettato da diverse famiglie che abitano in via Pietro Isola (dietro il discount Lidl) lungo la linea ferroviaria. Alcune famiglie hanno lamentato l’impressionante frequenza con la quale si fulminano le lampadine nelle loro abitazioni. La causa potrebbe, a loro dire, essere l’effetto presunto dei campi magnetici presenti sulla linea ferroviaria, dove sorgono numerosi tralicci. La medesima segnalazione è stata presentata nei giorni scorsi anche al sindaco Rocchino Muliere.