In base al protocollo operativo sulle misure urgenti antismog nel bacino padano, anche a Tortona sono scattate le misure di contenimento previste dal “semaforo arancione”. Sono quindi in vigore le limitazioni temporanee previste contenute nelle ordinanze 245 e 246 del 5 novembre 2018, e resteranno attive almeno fino a giovedì, giorno stabilito per la nuova rilevazione del livello di inquinamento da parte di Arpa Piemonte. Il semaforo arancione – allerta di primo livello, ricordano dal Comune, “indica 4 giorni consecutivi di superamento del valore di 50 ?g/m3 della concentrazione di PM10”. Tra le misure più “impattanti” sui cittadini ci sono le limitazioni temporanee alla viabilità: divieto di circolazione veicolare dalle 8,30 alle 18,30 delle auto con motore diesel con omologazione uguale a EURO 4, all’interno della zona di salvaguardia; blocco, come previsto dalle misure permanenti, dalle 8,30 alle 18,30 dei veicoli alimentati a gasolio categorie Euro 1, Euro 2 ed Euro 3 per trasporto cose e persone all’interno del centro abitato; divieto permanente di circolazione per i veicoli non catalizzati nel centro abitato. Si tratta di misure efficaci? Lo abbiamo chiesto a Danilo Bottiroli, presidente dell’associazione Progetto Ambiente:

Danilo Bottiroli

“Quando il Comune era guidata dal sindaco Francesco Marguati la nostra associazione aveva presentato un piano di miglioramento dell’aria in città. Il blocco del traffico estemporaneo serve a ben poco, anche perché non ci sono controlli. A Tortona c’è un piano del traffico vecchio di trent’anni, che non tiene conto dei nuovi insediamenti commerciali”. Cosa si può fare? “Servono piste ciclabili lungo le strade esistenti, operazione fattibile secondo la polizia municipale. Inoltre, evitare la concentrazione di macchine all’inizio e al termine delle lezioni proprio davanti alle scuole. Una soluzione è organizzare il pedibus, cioè l’accompagnamento dei bambini a scuola a piedi da parte di volontari. C’è poi la cattiva abitudine – dice ancora Bottiroli – di lasciare le auto accese in sosta, nonostante sia vietato”. Le proposte dell’associazione sono rimaste lettera morta e nessuna amministrazione comunale le ha mai prese in considerazione. “Oltretutto – conclude Bottiroli – non ci vogliono chissà quali fondi per metterle in pratica”.