Volpedo Frutta

La Volpedo Frutta ha distribuito 500.000 euro ai soci a saldo dei conferimenti 2017.

Anche se la gelata di aprile ha colpito duramente il territorio causando danni rilevanti e la siccità nei mesi estivi ha peggiorato la situazione, riducendo del 43% il fatturato (che ha superato appena i 2.000.000 di euro contro i 3.500.00 previsti), il bilancio si è chiuso in pareggio grazie alla prudente gestione degli anni precedenti.

Chiapparoli Volpedo Frutta
Gianpiero Chiapparoli

«Con tante difficoltà siamo comunque riusciti a dare una giusta remunerazione ai conferenti – dice il responsabile commerciale della Volpedo Frutta, Gianpiero Chiapparoli -, mantenendo in servizio tutti i dipendenti, anche se con qualche giornata lavorativa in meno e consentendo anche alle loro famiglie di superare un anno problematico. Il Consiglio di amministrazione è riuscito a chiudere i conti in pareggio tagliando tutti i costi che era possibile tagliare e facendo tutte le economie di scala possibili. La solidità finanziaria della cooperativa è rimasta intatta grazie alla prudente gestione degli anni precedenti».

I numeri dei conferimenti della frutta sono disastrosi: 170 quintali di mele contro i 7.000 del 2016 e 4.000 di pesche (8.000 nell’anno precedente); e poi 1.000 di albicocche e 600 di susine.

La produzione di pesche, albicocche e susine, grazie ai nuovi impianti appena entrati in produzione, doveva raggiungere i 12 mila quintali per le pesche, 2.200 per le albicocche e 2.700 per le susine. Per fortuna la produzione della verdura è stata un po’ più abbondante rispetto al 2016.

«Un grosso problema è emerso negli ultimi anni – aggiunge Chiapparoli -: l’abnorme presenza di caprioli che impedisce l’entrata in produzione dei nuovi frutteti, distruggendo le piante. Non possiamo recintare tutta la nostra valle, sarebbe un passo indietro di 200 anni. Se lo Stato è proprietario della selvaggina, deve rimborsare i danni e non considerare questi rimborsi aiuti di Stato, il che praticamente impedisce alle aziende di poterli incassare. La politica deve decidere: o si estirpano i caprioli o chiuderanno le aziende agricole».