Da quando il Forte è una “ex fortezza genovese”?

Armando Di Raimondo evidenzia la bizzarra definizione presente nel cartello all'inizio della strada comunale che conduce sul monte Moro

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Il contestato cartello all'inizio della strada del Forte

Ma il Forte di Gavi è una “ex fortezza genovese”?. La domanda sorge spontanea leggendo il cartello che si trova all’inizio della strada comunale che conduce sul monte Moro, installato molti anni fa. Armando Di Raimondo, autore di diversi libri sul Forte e tra i fondatori dell’associazione Amici del Forte, punta il dito contro la curiosa dicitura. “Leggere – dice – nel cartello della Soprintendenza la definizione “Ex Fortezza Genovese del XVII secolo” lascia perplessi. Non conoscendo la volontà dell’estensore, non siamo in grado di capire se l’uso della preposizione “ex” sia riferibile solo a Fortezza oppure anche a Genovese. In entrambi in casi, se anche la sintassi fosse corretta, non lo è “politicamente”, perché non credo proprio che il funzionario dell’allora Soprintendenza di Torino, con l’uso inadeguato di una preposizione, abbia voluto fare un torto all’identità storica del Forte di Gavi”. Di Raimondo cita il vocabolario Treccani: “La preposizione “ex” si adopera solitamente per indicare la condizione di chi ha ricoperto una carica o un ufficio che ora non lo ricopre più; per es., ex ministro, ex console, ex prefetto, ecc. In ogni caso l’uso riferito a una struttura architettonica, non sembra corretto”.

Una vista del Forte di Gavi
Uno scorcio del Forte di Gavi

Il Forte, ricorda Di Raimondo, “pur avendo cambiato nel corso dei secoli la propria destinazione d’uso (presidio militare, carcere civile, carcere militare e oggi “museo”), è rimasta comunque una Fortezza la cui identità storica non si può cancellare, visto che è stata costruita proprio dalla Repubblica di Genova a difesa dei suoi confini”. Il Castello di Racconigi, per esempio, non è mai diventato ex. “Addirittura – spiega Di Raimondo – ancora oggi viene presentato come “Castello Reale di Racconigi”, quindi non solo non è appellato come “ex castello” ma addirittura è stato conservato anche l’aggettivo “reale”, malgrado che i regnati di casa Savoia non vi alberghino più da parecchio tempo. Il sospetto è che con quella preposizione qualche “ex funzionario” (questo sì) della Soprintendenza, abbia voluto sottolineare che la Fortezza di Gavi, finita casualmente in territorio piemontese, fosse solo un “corpo estraneo” nel panorama dell’architettura militare di matrice sabauda”.