La Peste suina africana è ancora lontana dall’essere fermata e gli allevamenti suini sono ancora in pericolo mentre quelli all’interno della zona infetta restano vuoti. Così la Regione a giorni pubblicherà un bando da 5,4 milioni per mettere in sicurezza le stalle coprendo l’80% della spesa sostenuta dagli allevatori per l’installazione di recinzioni, l’acquisto di attrezzatura per la pulizia e disinfezione dei locali in cui sono tenuti i maiali e i mangimi. lo scopo è evitare che il virus arrivi egli allevamenti. Gli allevatori dei Comuni della zona infetta, 114 tra Piemonte e Liguria, di cui 78 alessandrini, hanno dovuto abbattere tutti i loro maiali dal 15 marzo scorso. Era stato indicato loro un periodo di 6 mesi entro il quale si presumeva che il virus sarebbe stato sconfitto ma, scaduto il termine del 15 settembre scorso, le stalle sono ancora vuote senza che sia stata prevista una data per il cosiddetto ristallo, cioè il ritorno alla piena attività. Gli allevatori sono stati nel frattempo indennizzati ma sono in sostanza inattivi da quel 7 gennaio, quando venne scoperto il primo caso di cinghiale ucciso dal virus a Ovada. Nel frattempo, la recinzione anti peste suina raccomandata dalla Commissione europea e fatta propria dalle Regioni e dal ministero della Salute è stata terminata, in ritardo, per quattro dei cinque lotti, i costi sono saliti da 10 a 17 milioni. Gli abbattimenti dei cinghiali non sono ancora iniziati per la protesta dei cacciatori contro la disposizione del commissario straordinario per l’emergenza Psa, Angelo Ferrari, di incenerire tutti i capi uccisi, anche quelli sani.