Di Gavi in Gavi 2019: pubblico dimezzato ma tutti contenti.

Le scelte del Consorzio di tutela hanno avuto successo: meno persone ma nessun rischio per la sicurezza e commercianti comunque soddisfatti per la giornata di domenica.

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Antonella Clerici nelle corti di Gavi

Nonostante un afflusso di pubblico almeno dimezzato tutti soddisfatti a Gavi per il risultato dell’ultima giornata del Di Gavi in Gavi festival. Nessuna ressa per entrare nelle corti né in occasione della premiazione delle pro loco da parte di Antonella Clerici, organizzata nel chiostro della chiesa di San Giacomo in forma “privata” anziché in piazza Martiri. “La prima edizione del Di Gavi in Gavi festival è stata un successo”, questo il commento del presidente del Consorzio Tutela del Gavi Roberto Ghio, a conclusione dell’evento, che domenica notte ha visto gremite le cantine dei produttori. Nei tre giorni di eventi, il Consorzio parla di quasi 6 mila persone, quando nel 2018 erano state 12 mila: “Food & wine lover, viaggiatori del gusto, gastronauti tra cui molti giovani hanno goduto di questo angolo di Piemonte fuori dai percorsi del turismo di massa, assaggiando nelle sei Corti aperte per l’occasione i prodotti tipici degli 11 comuni della denominazione del Gavi Docg abbinati a oltre 160 etichette, serviti da una squadra di 19 sommelier”.

Degustazioni di Gavi invecchiato nelle corti

“Dopo 6 edizioni di Di Gavi in Gavi e l’ondata di persone dello scorso anno in agosto, abbiamo voluto introdurre alcuni cambiamenti nel format – spostando la data e arricchendolo di contenuti – che sono stati apprezzati dai nostri visitatori, puntando sulla qualità degli appuntamenti e focalizzando il Festival sul vino vissuto in diverse declinazioni”, conclude Roberto Ghio. Soddisfatti anche i commercianti: “Vedere Gavi così elegante – dice la presidente dell’associazione Esercenti Fabiola Fiori – e piena di gente direi che non ha prezzo. Siamo tutti contenti”. C’è chi fa notare che qualche inevitabile ubriaco c’è stato ma, per fortuna, senza particolari problemi. La scelta del Consorzio di mettere una sorta di numero chiuso per l’accesso alle corti, anche alzando il prezzo, ha evitato il caos della scorsa edizione e probabilmente favorito i locali pubblici.