Venti giorni di reclusione (da non scontare grazie alla condizionale) e 400 euro di risarcimento, a 1.800 euro di spese legali oltre alla non menzione nel casellario. È questa la pena a cui il giudice di Alessandria oggi pomeriggio ha condannato Lucio Nattino, 45 anni, di Gavi, reo di aver apostrofato il vigile Gabriele Garberoglio, in servizio presso l’amministrazione gaviese, definendolo “somaro”. La vicenda risale al settembre del 2012. L’agente stava controllando le auto parcheggiate in divieto di sosta in piazza Roma, fra cui quella di Nattino. Quest’ultimo, uscito da uno dei bar della piazza pronto a spostare la macchina, si era sentito richiedere patente e libretto dal solerte vigile. Documenti che vennero subito esibiti ma l’agente, secondo la versione di Nattino, invece di fare la multa si annotava i suoi dati sul retro del blocchetto delle multe. In seguito alle richieste di spiegazioni del gaviese scaturiva un’animata discussione, fino ad arrivare a qualche parola di troppo, compreso il termine “somaro” all’indirizzo dell’agente, pronunciata davanti ai carabinieri, chiamati da Nattino poiché i documenti non gli erano stati restituiti e la multa non era stata fatta.

tribunale di alessandria
Il palazzo di giustizia di Alessandria

Garberoglio, nell’udienza dello scorso marzo, aveva affermato di non aver comminato nessuna sanzione in quanto il gaviese lo avrebbe intimorito, tesi non confermata dai testi. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna proprio a venti giorni. Garberoglio, costituito parte civile nel processo, chiedeva, oltre alla condanna, anche 5 mila euro di risarcimento danni. “Era importante – dice l’avvocato Enrico Macera, legale del vigile – stabilire che il reato si è verificato. Non era una questione economica, tant’è che non il mio cliente non ha mai chiesto soldi per ritirare la denuncia”. “Una condanna – dice invece l’avvocato Edoardo Armano, difensore di Nattino – tutto sommato lieve, se si pensa che la parte civile chiedeva 5 mia euro di risarcimento. Il mio cliente ha pronunciato senz’altro quella parola, reagendo però a un atteggiamento non illecito ma provocatorio del vigile. Tutto sommato è un buon successo, visto che le richieste della parte civile sono state ridimensionate. Valuteremo le motivazioni e quindi se presentare appello”.