Un anno fa toccò a Tortona, la città della logistica per eccellenza, ora è la volta di Novi Ligure. Nella prossima seduta del Consiglio comunale novese, il 6 febbraio, alle 21, sarà votata l’uscita dalla Fondazione Slala, creata nel decennio scorso con l’obiettivo di far crescere la logistica nella nostra provincia, sull’onda del Terzo valico. Paradossalmente, mentre i lavori della nuova linea ferroviaria ad alta capacità vanno avanti e sono del tutto finanziati dal governo di centrosinistra, la fondazione è sempre più al capolinea. Novi Ligure, tra l’altro, è uno degli enti sostenitori della fondazione insieme alla Camera di Commercio di Alessandria, alla Camera di Commercio Riviere di Liguria al Comune di Alessandria, alla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e alla Provincia. Nel 2017 a far fuggire il Comune di Tortona era stata la nomina a presidente di Slala del senatore Daniele Borioli, uomo forte del Pd da sempre rappresentante dei sostenitori della logistica, rimasto poi in carica poco tempo per fare spazio, nell’autunno scorso, all’avvocato Cesare Rossini, scelto dal centrodestra che governa Alessandria.

Il Consiglio comunale di Novi Ligure
Il Consiglio comunale di Novi Ligure

Il programma di Borioli non era piaciuto ai suoi compagni di partito tortonesi, che avevano salutato la compagnia. Ora tocca ai novesi. “Come amministrazione comunale – spiega il sindaco di Novi, Rocchino Muliereavevamo creduto molto in Slala e nei suoi obiettivi ma ci sono state grosse difficoltà a concretizzarli, cioè a sviluppare la logistica sul territorio provinciale. Novi è riuscita a ottenere quanto previsto su San Bovo da sola, senza l’aiuto di Slala”. Il riferimento è alla cancellazione dello Shunt del Terzo valico, che avrà come conseguenza il transito dei treni merci dell’alta capacità in centro città per arrivare proprio a San Bovo e quindi, nelle intenzioni del Comune, far rivivere lo scalo merci. La quota associativa pagata inizialmente dal Comune era di 500 euro l’anno, salita poi a 3.500 euro.