Chissà cosa ha pensato l’ingegner Pietro Marcheselli il 13 marzo 2014, ad Alessandria, al convegno della Cisl nel quale si cantarono le lodi del Terzo valico e nel quale, tra gli altri, Pierluigi Lupo, segretario generale Filca Cisl Alessandria-Asti, parlò anche di legalità, definita uno dei temi centrali del Terzo valico, insieme all’occupazione e alla sostenibilità ambientale. L’allora dirigente del Cociv nell’occasione sedeva al fianco del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, del presidente della Regione, Roberto Cota e del prefetto Romilda Tafuri. L’altro giorno, dopo essere stato arrestato nell’ottobre del 2016, ha patteggiato a Genova una condanna a due anni per le mazzette ricevute in cambio dell’assegnazione degli appalti. Per la precisione, il direttore dei lavori del Cociv, secondo l’accusa, aveva ricevuto una tangente per l’assegnazione dell’appalto da un milione e 700 mila euro per la galleria finestra di Cravasco (Campomorone, Genova), assegnato all’impresa Giugliano costruzioni. Ha patteggiato anche il titolare dell’azienda edile, Antonio Giugliano (due anni e 80 mila euro di sanzione oltre a una confisca da 147 mila euro alla società) così come Giuseppe Petrellese, dirigente dell’impresa (un anno e 11 mesi). Condannato (due anni) anche il responsabile degli appalti del Cociv, Maurizio Dionisi, accusato di aver turbato la gara della galleria Vecchie Fornaci, sempre in Liguria. I due manager del consorzio, secondo l’accusa, nell’occasione ricevettero tangenti tra 5 a 10 mila euro, episodi documentati dalle telecamere installate dagli inquirenti, somme confiscate ai due ex dirigenti.

Marcheselli (a destra) con, tra gli altri, Raffaele Bonanni e Roberto Cota al convegno della Cisl sul Terzo valico, ad Alessandria, nel 2014.

Ingegnè…la paghetta”, disse Giuliano a Marcheselli consegnandoli la bustarella. Marcheselli era già uscito indenne dall’inchiesta sul traffico illecito di rifiuti della linea ad alta velocità Bologna-Firenze: dopo una condanna in appello a quattro anni che gli era costata la rimozione dall’incarico nel Cociv, la Cassazione lo aveva assolto per “difetto di dolo”, anche se per la Corte d’Appello fiorentina aveva messo nero su bianco che il consorzio Cavet, incaricato di costruite la Bologna-Firenze, aveva voluto “eliminare i rifiuti come se tali non fossero, con il fine primario di realizzare riduzioni di costi”, riversando nell’ambiente “milioni di tonnellate di scarti di lavorazione inquinati”. Nell’ottobre del 2016, quindi, Marcheselli non avrebbe più dovuto avere incarichi di rilievo nel Cociv, come aveva rilevato il prefetto di Genova inun’audizione in Parlamento ma, curiosamente, era a lui che gli imprenditori, per quanto hanno scoperto gli inquirenti, portavano le tangenti, così come agli altri dirigenti del consorzio che ancora devono essere giudicati.