Nicoletta Albano lo scorso anno ha cercato più volte il Partito democratico per organizzare insieme una lista unica da presentare alle elezioni del 2020. L’allora vicesindaco aveva proposto a esponenti del Pd, non solo a livello locale, di unirsi in vista del voto che, nelle sue intenzioni, si doveva tenere quest’anno con una sola lista, quindi, per essere certa della vittoria. Richiesta che è stata respinta sia a livello locale che provinciale. Probabilmente, il suo avversario non era più l’opposizione ma il sindaco Rita Semino, che le stava togliendo visibilità e alla quale, come è noto, ha imposto le dimissioni il 29 dicembre scorso, secondo i magistrati alessandrini, con un ricatto che ha portato ad aprire un’indagine per concussione che si è poi allargata al segretario comunale, Giovanna Sutera, indagate per falso in atto pubblico, e a una terza persona, un dipendente comunale del quale la Procura non ha ancora reso noto il nome.

Il vicesindaco Nicoletta Albano (a sinistra) con il sindaco Rita Semino

Facendo dimettere il sindaco con motivazioni legate al suo stato di salute, da far certificare dal famoso medico che sarebbe stato chiamato in municipio per valutare la Semino dal punto di vista psicofisico, Albano voleva governare in prima persona il Comune come vicesindaco fino alle elezioni ma, visto che le dimissioni della Semino, a causa dell’indagine, non sono mai state protocollate il 31 gennaio come previsto, Albano il 24 dello stesso mese aveva fatto dimettere tutta la maggioranza optando per il male minore, dal suo punto di vista, cioè l’arrivo di un commissario prefettizio. Il viceprefetto Maria Clara Callegari ha però iniziato da subito ad aprire tutti i cassetti del palazzo municipale, a cominciare da quelli dell’ufficio tecnico, guidato dal geometra Pier Paolo Bagnasco, al quale è stata tolta la delega agli appalti delle opere pubbliche, assegnati alla Provincia. Albano, da venticinque anni a questa parte, si ritroverebbe per la prima volta a gestire una campagna elettorale lontana dal municipio, senza quindi poter utilizzare il potere che deriva dall’essere un amministratore comunale.

La lista di maggioranza che nel 2016 ha vinto le elezioni a Gavi

La scelta di anticipare il voto è stata per lei un grosso errore politico che ha causato l’indagine e un calo nei consensi. I suoi legali pochi giorni fa hanno fatto sapere ai giornali che l’ex vicesindaco “è lontana dall’idea di ricandidarsi”. L’accusa di concussione è pesante e prevede una pena da sei a dodici anni. In caso di ricandidatura e di eventuale vittoria, Albano si potrebbe ritrovare un processo sulle spalle e le dimissioni in caso di condanna. Il mese scorso, però, a conferma che l’ex consigliere regionale vuole mantenere in qualche modo la sua fetta di potere, è stata riconfermata alla guida della Croce Rossa di Gavi, che presiede dal lontano 1993. Contro una sua possibile rielezione, oltre alle indagini a tutto campo sul Comune, ci sono i voti che l’ex sindaco Semino non porterà più alla Albano dopo che la sindacalista ottantacinquenne è stata fatta decadere. Di certo, senza la Albano la maggioranza uscente difficilmente potrebbe ripresentarsi non avendo alternative valide al suo interno. Dall’altra parte, in queste settimane sono state avviate le iniziative per costruire una lista che possa portare Gavi all’auspicato cambiamento. Nel Pd è stato creato un “comitato elettorale” composto dagli ex consiglieri comunali eletti negli ultimi mandati mentre un gruppo di cittadini ha iniziato a muoversi autonomamente. I contatti fra le parti sarebbero già stati avviati.