Il cementificio Cementir di Arquata Scrivia
Il cementificio Cementir di Arquata Scrivia

Oggi pomeriggio, 18 febbraio, i lavoratori della Cementir decidono se scendere in sciopero contro la decisione della Buzzi Unicem, titolare dell’impianto di produzione di Arquata Scrivia, di cessare l’attività. Ieri, i sindacati edili nazionali Feneal, Filca e Fillea hanno proclamato lo stato di agitazione per tutti gli stabilimenti italiani della società, fra cui Greve in Chianti (Firenze), dove la chiusura metterà sulla strada oltre 70 lavoratori. “Oggi in tutti gli stabilimenti del Gruppo – spiegano Feneal, Filca, Fillea – si terranno due ore di assemblea a sostegno della lotta dei 95 lavoratori di Testi e Arquata, contro la decisione dell’azienda di chiudere questi due stabilimenti. E’ troppo facile scaricare sui lavoratori le conseguenze di decisioni aziendali sbagliate e affrettate: ci aspettiamo invece serietà e buon senso da parte di Buzzi Unicem, e proposte concrete che diano risposte all’altezza della situazione. Lasciare indietro anche solo uno dei lavoratori coinvolti è inaccettabile”, hanno concluso i sindacati. “Con particolare riferimento al nostro territorio siamo amareggiati e contrari alla chiusura del sito produttivo di Arquata – dichiarano i sindacalisti alessandrini Paolo Tolu Feneal Uil, Massimiliano Campana Filca Cisl, Rocco Politi Fillea Cgil – e seguiamo con estrema attenzione l’evoluzione della vertenza a livello nazionale.

L’inaugurazione della Cementir, nel 1958

C’è ovviamente molta apprensione tra i lavoratori coinvolti, pertanto sul territorio abbiamo intenzione di proseguire il confronto con le istituzioni al fine di mettere in campo tutte le iniziative che saranno opportune al fine di garantire il lavoro e il futuro a queste persone e alle loro famiglie.” I lavoratori hanno intanto ottenuto la solidarietà della sezione di Arquata e Grondona dell’associazione nazionale partigiani (Anpi), denominata “Brigata Oreste”. Il sodalizio si dice “fortemente preoccupata per la ribadita intenzione di chiusura dell’impianto di produzione della Arquata Cementi, ex Cementir” ed esprime ai lavoratori, alle loro famiglie, al paese “la più profonda solidarietà e conferma il proprio sostegno ai sindacalisti, agli amministratori, agli operatori dell’informazione affinché la vertenza possa risolversi con la migliore soluzione possibile a vantaggio del mantenimento dell’occupazione e della dignità delle persone. La nostra associazione, pur non volendo entrare nel merito, dà un giudizio critico sugli ultimi vent’anni di travagliata vita della fabbrica, che ne hanno segnato il declino e ancora una volta ricorda che il diritto al lavoro è parte essenziale della Costituzione e che l’Anpi esiste e si ripropone nel tempo proprio perché gli articoli della Costituzione siano attuati e non solamente citati nelle celebrazioni. Non per questo sono morti i partigiani!”.