L'ingresso della Iciesse (immagine di repertorio)

Sono disponibili gli 89 mila euro della fidejussione rilasciata dalla proprietà della ex Iciesse di Arquata Scrivia a suo tempo come garanzia per le future bonifiche, poi non eseguite per via del fallimento dell’azienda. Il Comune aveva richiesto la somma sin dal 2017. L’ex Iciesse, fabbrica chimica attiva fino a poco più di dieci anni fa, è stata inserita nell’elenco dei cosiddetti siti orfani, edifici o aree per le quali le bonifiche non sono mai state seguite dai responsabili e per i quali è lo Stato a provvedere. Altri casi in provincia di Alessandria sono i bidoni sotterrati in località Pedaggera, a Capriata d’Orba, e a Carbonara Scrivia. A fine 2021 la Regione aveva annunciato 87 mila euro di fondi per l’ex stabilimento in arrivo dal Ministero per la Transizione Ecologica. Gli 89 mila euro potranno essere utilizzati per ripristinare il piede della scarpata che dallo stabilimento scende verso il torrente Scrivia, piede danneggiato dall’alluvione del novembre 2011. Nelle settimane scorso il sindaco, Alberto Basso, ha inoltre emanato un’ordinanza riferita alle coperture in amianto dei capannoni, imponendo al fallimento della Iciesse la rimozione entro tre mesi per alcuni degli edifici. L’amianto risulta infatti molto degradato e c’è quindi il rischio di dispersione nell’aria delle fibre. Per un altro capannone la rimozione deve avvenire entro un anno. Intorno alla ex Iciesse ci sono numerose abitazioni e c’è il timore della dispersione delle fibre di amianto nell’aria.