La sede di Bettole dell'Acos

riceviamo e pubblichiamo.

Il comunicato diramato dal Partito Democratico di Novi a riguardo delle nomine effettuate dal sindaco Gian Paolo Cabella dimostra a quali affermazioni paradossali si possa ridurre chi, per aver esercitato ininterrottamente il potere per decenni, si crede predestinato al comando. La lettura delle affermazioni, invero rancorose, di chi ha dettato questo documento, rende bene l’idea dello stato d’animo che assale chi non ha rispetto della volontà popolare, quando non viene incontro alle proprie aspirazioni. Il PD, partito della spartizione del potere, dei mestieranti della politica, del trasformismo eletto a regolatore dei rapporti politici, della logica dell’occupazione sistematica di ogni spazio decisionale, della presunzione di superiorità, si duole del fatto che la coalizione di centro-destra, uscita vittoriosa dalle elezioni amministrative dello scorso anno, nomini in ACOS persone riconducibili al proprio perimetro politico. ACOS è forse appannaggio esclusivo della sinistra, suo dominio incontrastato? E ancora, a proposito del CIT: chi ha ridotto questo consorzio nel deplorevole stato in cui si trova? Chi ha amministrato per decenni la città o il sindaco Cabella, che da un anno sta cercando di porre rimedio a mali di sistema, che hanno presupposti lontani nel tempo? Questo solo per citare uno spunto polemico desunto dal comunicato dettato ai DEM novesi, tacendo per ora di altre vicende, alcune evidenziate dalla stampa locale, che hanno dimostrato i preoccupanti risultati della lunga attività amministrativa della sinistra novese. Il PD si è esposto al ridicolo, non solo attribuendo ad altri una condotta che gli è innata, ma anche illustrando argomentazioni amene e semiserie, come la tesi che dall’origine geografica di uno degli amministratori (peraltro già membro del cda di ACOS spa e quindi in possesso di una certa esperienza amministrativa e conoscenza dell’azienda) discendano conseguenze sulla maggioranza in seno al cda.

Luciano Saracino

La nomina di Alessio Butti, residente in Arquata, dirigente provinciale di FdI e in forze al gruppo novese del medesimo partito, non determina alcun cambiamento dell’assetto azionario, in quanto indicato dal comune di Novi e legato indissolubilmente all’azionista che lo ha indicato. Un argomento che non rende certo onore a chi lo ha suggerito e a chi, per supina disciplina di partito, lo ha messo nero su bianco, assumendosi il rischio di coprirsi di ridicolo. A chi, dunque, ha perso una buona occasione per tacere ricordiano che l’amministratore è espressione del socio che lo nomina, con il quale intrattiene un rapporto fiduciario e al quale risponde. Per amor di patria, risparmieremo la disamina di certe nomine effettuate dal PD novese in tempi anche recenti, perchè riteniamo che la dialettica politica non debba degradare nell’attacco personale, peraltro fondato su argomenti inconsistenti e maldicenze da bar o da anticamera. Concludiamo questo comunicato, che si è già troppo dilungato in rapporto alla serietà di quanto scritto dal PD, che in politica si possono vincere le elezioni ma anche perderle. L’importante, nella seconda malaugurata ipotesi, è di saper perdere con dignità. E soprattutto, prima di sottoscrivere comunicati stampa, leggerli attentamente e non esporsi a situazioni per le quali provare imbarazzo. Lo stato penoso in cui hanno lasciato Novi e in cui sta precipitando il nostro povero paese, dal basso della loro imperizia e smania di potere, è sotto gli occhi di tutti. Enzo Baiardo – segretario cittadino di FdI; Luciano Saracino – consigliere comunale iscritto a FdI