La fusione forzata tra Gavazzana e Cassano Spinola rischia di diventare un pasticcio più di quanto si poteva prevedere. A marzo, infatti, nonostante il referendum di novembre in paese avesse respinto a larga maggioranza (94 contro 21) la proposta del Consiglio comunale, il Consiglio regionale ha ritenuto di concludere l’iter sommando i pochi voti favorevoli di Gavazzana a quelli di Cassano Spinola, largamente a sostegno dell’unico Comune, istituito dal primo gennaio prossimo. Un atto che ha fatto a pezzi la volontà dei gavazzanesi e mostrato le gravi lacune della legislazione regionale in materia.

L'ex sindaco di Gavazzana Claudio Sasso e il segretario comunale Domenica La Pepa
L’ex sindaco di Gavazzana Claudio Sasso e il segretario comunale Domenica La Pepa

Visto l’esito del referendum, a Gavazzana il sindaco Claudio Sasso si era dimesso a dicembre poiché promotore della fusione, annunciando il suo ritiro dalla vita politica del paese. Il Comune era stato commissariato in attesa del voto di primavera. Fino a marzo, tutti pensavano che la vita amministrativa del piccolo Comune sarebbe proseguita come prima, invece la delibera regionale, votata solo dal centrosinistra e sollecitata dagli amministratori di Cassano, costringerà i gavazzanesi non solo a perdere il Comune ma anche a votare due volte in un anno per il sindaco. La prima sarà sicuramente l’11 giugno. Se la fusione non incontrerà intoppi il primo cittadino e il Consiglio comunale resteranno incarica appena sei mesi, visto che dal primo gennaio 2018 nascerà il nuovo Comune, che si chiamerà Cassano Spinola. Arriverà di nuovo un commissario in attesa del voto esteso a entrambi i paesi.

Giancarlo Vaccari
Giancarlo Vaccari (primo da destra)

Un “pasticcio” al quale si potrebbe aggiungere altro caos, visto che la maggioranza dei residenti di Gavazzana non intende arrendersi rispetto al matrimonio forzato con Cassano. “Entro il 28 maggio – annuncia Renato Bellingeri, esponente del comitato contrario alla fusione – presenteremo un ricorso al Tar contro la delibera del Consiglio regionale. Sarà sottoscritto da decine di cittadini. È l’unica strada che ci rimane da percorrere. Nel frattempo stiamo organizzando una lista unica per eleggere il sindaco e il Consiglio comunale l’11 giugno”. Quindi, nel caso in cui il tribunale amministrativo annulli l’atto regionale, il nuovo sindaco “semestrale” potrebbe non essere tale e durare cinque anni ma ovviamente la Regione potrà fare appello al Consiglio di Stato e lo stesso potrebbero fare i cittadini in caso di ricorso respinto dal Tar. Insomma, si profilano mesi piuttosto confusi dal punto di vista istituzionale a Gavazzana, e anche a Cassano Spinola. “Tutto questo – commenta Giancarlo Vaccari, ex consigliere comunale anti-fusione – per una norma, quella regionale, del tutto demenziale, che prima fa spendere soldi pubblici con il referendum e poi decide da sola basandosi solo sul peso del Comune più popoloso”.