L’ondata di gelo di queste mattine potrebbe avere conseguenze sui vigneti anche per il 2018. Le vigne del territorio di Gavi e non solo sono state martoriate dal freddo di ieri e di questa mattina, quando il termometro è sceso nuovamente sotto zero. I germogli delle viti ma anche di tanti alberi da frutta, soprattutto nelle zone più vicine ai fondovalle, sono stati letteralmente bruciati dal gelo inaspettato.

Davide Ferrarese
Davide Ferrarese

“I danni ci sono senz’altro – spiega Davide Ferrarese, tecnico del Consorzio tutela del Gavi – e sono da quantificare nei prossimi giorni con le aziende. È stata colpita tutta la fascia appenninica dall’Acquese fino al Tortonese. È un brutto colpo che rischia di mettere in pericolo la produzione del Gavi docg e di altri vini del nostro territorio”. Si sono salvate in parte solo le vigne e gli alberi da frutto cresciute più in alto, verso i crinali delle colline, dove il brusco calo delle temperature si è sentito meno. “Da valutare – prosegue Ferrarese – le conseguenze per il raccolto delle uve non solo di quest’anno ma anche del 2018. Il gelo, infatti, potrebbe avere avuto ripercussioni anche sui tralci delle viti che andranno in produzione in futuro”. Sarebbe un colpo durissimo per l’economia del Gavi Docg, la sola nel territorio, in questi anni, a non aver risentito della crisi economica globale.

“Mi ritrovo – dice Simone Barisone, giovane produttore del Gavi alla cascina Maruffa – con alcune vigne rimaste quasi senza niente. I tralci sono tutti bruciati. Ci sono zone dove si arriva all’80%, in particolare nelle viti di Dolcetto, vitigno più sensibile al freddo. In altre vigne se n’è andato il 30% della produzione. C’è da piangere poiché ci sarà ben poco da raccogliere e tanto lavoro buttato via”.

Dopo la Cia, anche la Coldiretti lancia l’allarme. “Siccità e bombe d’acqua con forti piogge a carattere alluvionale, ma anche gelate estreme e picchi di calore anomali si alternano lungo l’anno e lungo tutta la Penisola. Anomalie che si evidenziano con il freddo in questi giorni – afferma il presidente di Coldiretti Alessandria Roberto Paravidino – tra interi raccolti di ortaggi perduti e danni alle piante da frutta e ai vigneti. Si è verificata una concatenazione di fattori climatici che ha fatto cambiare in modo repentino le temperature, passando dal forte caldo alla brina”.

A marzo, ad esempio, ricorda l’associazione, la temperatura è stata di ben 2,5 gradi superiore alla media del periodo di riferimento mentre le precipitazioni sono praticamente state dimezzate, arrivando a un -54%. Sbalzi che sempre di più si stanno verificando sui nostri territori e che portano, però, conseguenze negative per le colture. “I nostri tecnici sono in allerta – dice il direttore Coldiretti Alessandria Leandro Grazioli – e al lavoro per monitorare tempestivamente la situazione visto che, oltretutto, si prevede anche per le prossime notti un ulteriore calo delle temperature”.