Un arretrato di 2,1 milioni da restituire entro il 2020 a rate. L’Ato 6 Alessandrino, l’ente che “governa” la distribuzione dell’acqua, ha accolto il piano di rientro proposto da Gestione Acqua (gruppo Acos), gestore di oltre 70 acquedotti in provincia, che intende saldare in questo modo l’arretrato nei confronti dell’Ato e, a cascata, verso le Unioni montane, alle quali questi fondi sono destinati per la costruzione di opere per la manutenzione idrogeologica. Una situazione che si protrae da anni: i primi piani di rientro risalgono al 2013. All’epoca, come oggi, oltre a Gestione Ambiente era coinvolta anche l’Amag di Alessandria, che addirittura non intendeva pagare alcunché, scatenando l’ira degli amministratori delle allora Comunità montane. L’Ato 6 era stato costretto persino a riscuotere la polizza fideiussoria stipulata da Amag, che ora ha ancora un debito notevole. Gestione Acqua, invece, aveva rispettato il primo piano di rientro ma, come spiega l’Ato 6, “si è determinato un ritardo nel pagamento dei nuovi canoni nel frattempo maturati”. Gli oneri in questione sono per altro conteggiati nella tariffa del servizio idrico integrato che il gestore ha già riscosso dagli utenti.

La sede di Bettole dell’Acos

Una situazione debitoria, è stato detto nell’assemblea dell’Ato che a febbraio ha approvato i piani di rientro, “grave ma che non pregiudica il corretto funzionamento dell’Ato, tenendo conto che i gestori risultano a loro volta creditori di rilevanti importi a tutt’oggi non ancora corrisposti dalla Regione Piemonte e da altri soggetti pubblici”. Oltretutto, sia per Gestione Acqua che per Amag “è in via di definizione con alcuni istituti di credito una importante linea di finanziamento che permetterà di finanziare i lavori previsti dal Piano degli investimenti ed anticipare, una volta sottoscritto il finanziamento, la fine del piano di rientro presentato”. L’ente ha quindi voluto dare una nuova possibilità ai gestori prima di procedere al recupero coattivo. Gestione Acqua al 31 dicembre era in ritardo per 2,1 milioni di euro e ha approvato un piano a rate mensili da 120 mila euro che si concluderà a fine 2020 con una maxi rata da 900 mila euro. Per Amag, invece, il piano prevede versamenti da 145 mila al mese per tre anni per un totale 5,2 milioni.