Palazzo Lascaris, sede della Regione

La sanità piemontese mostra le sue difficoltà crescenti nella gestione della pandemia di coronavirus: decessi che non scendono, contagi idem, pazienti contagiati nelle case di riposo, tamponi mai fatti neppure a medici e infermieri. La domanda che sorge spontanea è: gli amministratori di centrodestra sono in grado di evitare che il Piemonte diventi un seconda Lombardia? Secondo i 5 Stelle, all’opposizione in Consiglio regionale, la risposta è no. Lo spiega la capogruppo M5s a palazzo Lascaris, Francesca Frediani con un appello rivolto al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro della Salute “affinché valutino, con attenzione, la possibilità di commissariare la sanità piemontese, così come previsto dalla legge 131/2003 e dall’Articolo 120 della Costituzione laddove recita: “Il Governo può sostituirsi a organi delle Regioni, delle Città metropolitane, delle Province e dei Comuni nel caso di (…) pericolo grave per l’incolumità e la sicurezza pubblica””. Secondo Frediani, “la gestione della crisi in Piemonte non è all’altezza dell’importante momento di crisi che ci troviamo ad affrontare. I dati del contagio nella nostra regione continuano a peggiorare a differenza di altre realtà del nord Italia. Occorre intervenire subito, la lista delle criticità è fin troppo lunga.
Fin dall’inizio abbiamo chiesto a Cirio di circondarsi delle migliori professionalità, invece la Giunta regionale ha messo in piedi una Unità di Crisi inadeguata. Il coordinatore sanitario (Flavio Boraso, ndr), ex direttore ASL sotto le Giunte Cota e Chiamparino, risulta coinvolto in due indagini della magistratura che riguardano il suo operato nelle aziende sanitarie.

La giunta regionale

Nell’unità di Crisi sono altresì presenti un ex Pm della Procura di Torino ed il sostituto Procuratore Generale di Torino. Ci pare quantomeno inopportuna questa vicinanza tra una persona coinvolta nelle indagini della Procura (non vi erano altre professionalità a disposizione?) e magistrati.
Un componente dell’Unità di Crisi, in queste ore, ha candidamente ammesso che “decine di mail sono andate perse”. Nel sistema non vi sarebbe più traccia delle segnalazioni dei medici di famiglia inviate ai Servizi di Igiene e Sanità Pubblica (SISP) riguardanti pazienti con sintomi riconducibili al Covid19.
Come se non bastasse, sempre in queste ore, il capogruppo della Lega in Consiglio regionale si rende protagonista di un attacco scomposto senza precedenti nei confronti dei Medici di Famiglia”.
“Solo pochi giorni fa – dice ancora la capogruppo – l’Ordine dei Medici del Piemonte ha inviato una dettagliata lettera al Governo parlando di “situazione drammatica” ed elencando le gravi responsabilità del Governo regionale.
In questi giorni assistiamo al commissariamento, di fatto, di alcune Aziende sanitarie del Piemonte con professionisti che non hanno mai fatto mistero della loro vicinanza al movimento politico della Lega.

Il consigliere regionale 5 stelle Francesca Frediani
Il consigliere regionale 5 stelle Francesca Frediani

Quanto avvenuto con la delibera regionale relativa alle RSA è incredibile. Perché un atto ufficiale della Regione Piemonte prevede di sistemare i malati Covid nelle Case di Riposo dove si trovano soggetti ad alto rischio contagio come gli anziani? Ed è altrettanto inaccettabile che un atto deliberativo sia gestito in modo così poco trasparente e confuso a tal punto da non trovarne traccia per giorni dopo la lunga scia di morte registrata in numerose RSA piemontesi. Per questo abbiamo già chiesto l’invio degli ispettori Ministeriali anche in Piemonte”.
Quando l’emergenza sarà passata, sostiene Frediani, “chiederemo ogni atto, ogni documento, ogni protocollo relativo alla gestione dell’emergenza. Ad oggi le nostre richieste di documentazione sono cadute tutte vuoto, perché?
Abbiamo inoltre assistito ad una presa in carico sul territorio disastrosa. Cittadini ed operatori sanitari in attesa di tampone, che non hanno trovato ascolto.
Il sistema sanitario piemontese era fortemente impreparato a gestire questa emergenza, le responsabilità ovviamente non sono tutte da attribuire all’attuale amministrazione regionale. Non può dirsi estraneo chi ha guidato la Regione negli ultimi anni tagliando posti letto ed affidando le partite più importanti agli interessi privati (Città della Salute di Torino e Novara).
Ci siamo limitati ad elencare le principali criticità, ce ne sarebbero ancora molte. Pensiamo siano comunque sufficienti per prendere in seria considerazione la possibilità da parte dello Stato esercitare poteri sostitutivi nei confronti della Regione Piemonte come previsto dalla legge 131/2003 e dall’Articolo 120 della Costituzione”.