Riceviamo dai circoli Ovadese e Valle Stura e Val Lemme di Legambiente:

“Spaventati dalle ultime estati roventi e con carenze di precipitazioni – manifestazione evidente che i cambiamenti climatici sono un dato di fatto – dimentichiamo di vivere in una zona della terra con la più ampia disponibilità di risorse idriche di buona qualità. Ci affanniamo pensando solo al quotidiano, senza considerare il dovere morale di consegnare un ambiente con risorse sufficienti a chi verrà dopo di noi. Per contro, con uguale schizofrenia, interessi – a parer nostro di mera speculazione, legati, secondo altri, allo sviluppo e al progresso – mettono a rischio, sempre vicino a noi, la sicurezza di una delle falde idriche più importanti del Piemonte, come nel caso della falda sottostante le cave/discariche di Sezzadio. D’altro lato, segnali recenti paiono far pensare che i nostri amministratori inizino a comprendere, forse grazie anche alla crisi economica, l’importanza del volano costituito dalle risorse paesaggistiche e ambientali – da collegarsi strettamente a quelle culturali ed enogastronomiche – e ad approcciarsi con interesse a progetti sulla fruizione sostenibile e sulla sentieristica del territorio, volti a catturare e incrementare l’attenzione di un turismo attento e sensibile. I Circoli di Legambiente Ovadese e Valle Stura e Val Lemme, pertanto, esprimono la propria contrarietà alla proposta di intervento sul Lago Superiore (vecchio) della Lavagnina, volta ad incrementare le capacità di raccolta dell’invaso. Si tratterebbe di scavare nuovamente un lago che oggi non c’è più. Infatti l’invaso costruito nel 1882 per evitare che detriti e sedimenti portati dal Gorzente finissero nel Lago Inferiore, ha svolto così bene il suo compito da presentarsi oggi come uno specchio d’acqua poco profondo che sostiene un’interessante zona palustre.

Il lago vecchio della Lavagnina

Non ci è dato sapere se i 500 mila metri cubi di ghiaia sottostanti a questo specchio interessino a qualcuno, ma la domanda ci sembra retorica. Inoltre, occorre ricordare che nel 2010 il Ministero per l’Ambiente dava il proprio parere favorevole all’incremento della capacità del Lago Badana di circa 250 mila metri cubi: forse prima di pensare a scavare bisognerebbe rivedere il concetto di “solidarietà” fra la Mediterranea delle Acque di Genova e Gestione Acqua. Già nel 2004 Legambiente si era schierata contro (così come nel tempo ci si è schierati anche contro il potenziamento e ripristino o la creazione di vecchi e nuovi invasi in Valle Orba) e gli argomenti sono ora come allora gli stessi. All’interno dell’ex Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo (ora Aree Protette Appennino Piemontese) si vorrebbe sbancare una zona lacustre di valore ambientale inestimabile, meta di un turismo sostenibile e non invasivo (perché fortunatamente non vi si può arrivare in auto). Per fare ciò, mezzi di notevoli dimensioni dovrebbero lavorare per diverso tempo a estrarre e trasportare via (attraverso nuove piste) terra, massi e ghiaia sedimentatisi negli anni, da che fu eretta la diga vecchia, con ripercussioni nefaste per tutto ciò che vive in quell’area umida, perciò addio alla canna palustre, alla scardola, all’aquilegia ophiolitica … Il 22 marzo scorso era la giornata mondiale dell’acqua. Auspichiamo fortemente che tutti coloro che hanno a che fare con il ciclo delle acque vogliano dedicare i propri sforzi (e le risorse private e pubbliche che gestiscono) al rinnovo delle reti idriche, ad eliminare le dispersioni e gli sprechi, a garantire sempre con maggior attenzione la qualità dell’acqua potabile e a fare in modo che vi siano reti alternative che attingano al riciclo e alla depurazione per i consumi industriali e alla razionalizzazione degli impieghi agricoli. In queste attività troveranno Legambiente certamente al loro fianco”.