Hanno scioperato per quasi tutta la settimana scorsa gli operai del cantiere del Terzo valico del Basso Pieve, a Novi Ligure. Lo hanno fatto in maniera silenziosa, senza darne notizia ai giornali, consci che il momento per la loro azienda, e quindi per i loro posti di lavoro, è particolarmente delicato. Da mesi la Grandi Lavori Fincosit (Glf), azienda di Roma, non paga i suoi operai, o almeno non in maniera regolare. L’impresa, come è noto, nel 2016 aveva vinto l’appalto per lo scavo del tunnel di valico a Voltaggio ma dopo gli arresti dell’ottobre di quell’anno era stata estromessa dal Cociv poiché coinvolta nelle indagini. Dopo essere stata prosciolta, secondo il commissario del Cociv Marco Rettighieri, aveva rivinto la gara per quel cantiere e per il Basso Pieve di Novi. Non solo: una sua controllata, la Seli Overseas, è operativa insieme alla Toto costruzioni nel cantiere di Radimero di Arquata. Un tris mica da ridere, con appalti da centinaia di migliaia di euro ciascuno, la cui assegnazione fa pensare a un buono stato di salute per un’impresa fra le maggiori del settore in Italia. Invece, come riportano le cronache nazionali, a conferma di quanto stanno subendo gli operai dei cantieri del Terzo valico, Glf è in pessime acque. A Firenze rischia di perdere i lavori della tramvia poiché le ditte alle quali ha affidato una serie di lavori hanno smesso di lavorare perché impossibilitate a pagare i dipendenti, in quanto Glf, a sua volta, non paga.

Il cantiere Vallemme a Voltaggio

Il motivo è il pessimo stato finanziario, creato, si legge sempre nelle cronache nazionali, dalle banche che non danno più soldi e dai forti ritardi nei pagamenti da parte dello Stato. Glf ha chiesto al tribunale il concordato preventivo: la legge permette all’imprenditore in crisi finanziaria o insolvente di trovare un accordo con i creditori per evitare il fallimento. È quindi sull’orlo del baratro ma potrebbe salvarsi se andasse in porto anche l’affitto del ramo d’azienda delle infrastrutture, che interesse proprio i cantieri del Terzo valico. A Voltaggio, a fine maggio, era stato annunciato il via allo scavo del tunnel, atteso da ottobre, quando Glf si era reinsediata nel cantiere: il motivo della prolungata attesa era stato indicato nei tempi lunghi per l’arrivo di mezzi antideflagranti necessari a scavare la montagna in presenza di gas. Anche per Novi era stato detto che il riavvio della talpa meccanica, ferma da fine 2016, era imminente. Invece, i circa cento operai nei due cantieri hanno finora svolto solo una manutenzione delle aree, oltretutto senza essere pagati: lo scavo del tunnel verso Serravalle non è proseguito. A Radimero, invece, essendo la Toto Costruzioni la mandataria dell’associazione di impresa con Glf, l’attività della seconda talpa è partita e le maestranze vengono pagate, mentre la prima talpa resta ferma per altri motivi.