Cacciatori riuniti sul tema della Psa (foto Massimo Sorlino)

Stiamo perdendo tempo, gli abbattimenti sono a rischio”. L’allarme è arrivato da Beppe Galmozzi, veterinario di Rivanazzano (Pavia) dal palco del palazzetto dello sport di Cantalupo Ligure sabato 9 aprile, dove si è svolto un affollato incontro sulla peste suina africana (Psa) organizzato dai Comuni di Cantalupo Ligure e Voltaggio per far sentire la voce del territorio rispetto alle restrizioni imposte da gennaio per contrastare la diffusione del virus. Fra il pubblico, tanti cacciatori, commercianti, sindaci, imprenditori del settore del turismo e dell’outdoor. Galmozzi nelle settimane scorse è stato autore di un documento sottoscritto anche da Ottavio Rube, sindaco di Costa Vescovato, e Gianni Repetto, ex presidente del Parco Capanne di Marcarolo e moderatore dell’incontro di Cantalupo. La sintesi del documento è “fare pure la maxi recinzione anti Psa ma riaprite il territorio”. “L’obiettivo – ha detto Galmozzi – è impedire che la Psa arrivi negli allevamenti suini, per questo è stata prevista la barriera da parte dall’Unione Europea. C’è da salvare un intero settore economico e le restrizioni imposte sono indispensabili”. Secondo il veterinario, però, “la recinzione è stata già utilizzata in Belgio, caratterizzato da estese pianure e non so quanto possa essere efficace sul nostro territorio. Se si perde tempo, i cinghiali potranno proliferare e con loro anche la Psa. La vegetazione a breve sarà più fitta e sarà anche più difficoltoso trovare le carcasse.

Uno degli striscioni affissi nel palazzetto

La situazione è complicata”. L’ordinanza del commissario straordinario Angelo Ferrari prevede infatti l’avvio degli abbattimenti solo dopo la costruzione della barriera, prevista “possibilmente entro giugno” a oggi, tra Acqui Terme e Sassello e non più tra Ovada e Molare dopo lo spostamento del virus verso ovest con la scoperta di una carcassa positiva a Prasco, nell’Acquese. Prima si potrà procedere solo con la caccia di selezione e le gabbie per evitare la dispersione dei cinghiali sul territorio. Un metodo considerato da più parti, soprattutto dai cacciatori, poco efficace. Giorgio Storace, coordinatore del gruppo che rappresenta ottantacinque squadre di cinghialisti, a Cantalupo ha ricordato “le proposte inviate dal nostro gruppo alla Regione non hanno avuto risposta. Si deve intervenire subito, le gabbie non servono per ridurre i cinghiali”. Il gruppo ha proposto di impiegare da subito squadre di cacciatori accompagnati da cani.